Dal Palio di Faenza alla maratona sulla sabbia nel Sahara

Faenza

FAENZA. Una sfida estrema per mettersi alla prova, per superare i propri limiti e per vivere un’avventura incredibile. È quella che ha affrontato Aldo Michinelli, 38 anni, il primo faentino a correre la 100 km del Sahara. Ex cavaliere del palio del Niballo, Michinelli ha iniziato a darsi al podismo dopo aver trascorso tanti anni tra le scuderie rionali (prima al Nero e poi al Bianco). La 100 km del Sahara è un’ultramaratona che si svolge in mezzo al deserto tunisino, in tre tappe (15 km in notturna il primo giorno, 35 km la mattina successiva e 50 km l’ultimo giorno). «Ho iniziato a correre da amatore 4 anni fa, dopo aver deciso di smettere con i cavalli – spiega Michinelli –. Dopo quattro mesi ho fatto la mia prima 100 km del Passatore e ora sono a quota tre. Ho deciso quindi di provare qualcosa di più estremo, per mettermi alla prova e ho scelto la 100 km del Sahara. Non mi ero prefissato un tempo da raggiungere perché non conoscevo il percorso, però pensavo di metterci circa 14 -15 ore, invece ho chiuso il percorso in 13h20’26”, al sedicesimo posto. È stato un risultato al di sopra delle mie aspettative: considerando le difficoltà incontrate, con l’esperienza fatta dovrei riuscire a migliorare, potrei fare ancora meglio».

Esperienza unica
Un successo che ha lasciato un segno importante nel cuore e nelle gambe di Michinelli, che sta già pensando di fare bis il prossimo anno. «Sì, la rifaccio di sicuro. E’ una esperienza unica, non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto interiore – sottolinea il runner faentino –. Dopo 7 ore di pullman e 5 di jeep ho iniziato a capire veramente che non c’era nulla, solo il deserto e ogni tanto qualche piccolissima città. E la corsa in mezza alla sabbia l’ho fatta quasi tutta da solo, affidandomi solo alle bandelle piantate nei sassi e nei cespugli e alle vele colorate che indicavano il percorso. Bisognava stare attentissimi per non uscire dalla retta via. È una prova durissima, ma che regala emozioni incredibili, con un paesaggio che è tutto un altro mondo rispetto a quello in cui viviamo».

Caldo torrido, sabbia e animali
La corsa è stata dura ma Michinelli non ha mai mollato. «Correre sulla sabbia finissima, tra le dune, era quasi impossibile, sprofondavo ad ogni passo, mi si riempivano le scarpe di sabbia di continuo, in alcuni punti camminavo velocemente perché fare di più era impossibile. La temperatura raggiungeva i 43-44 gradi, ad ogni tappa bevevo circa otto litri di acqua. Durante i riposi ci accampavamo in tende tipiche tunisine in compagnia di vari tipi di animali: scorpioni, scarafaggi, serpenti e fuori era pieno di corvi e pure di mosche. Essere così a contatto con la natura ti fa capire ancora di più la difficoltà di quello che stai facendo. È stato un viaggio mistico, a livello personale sono cambiato. Come crescita personale è tanta roba. Impari cosa sono la fatica e la sopravvivenza».

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