Palazzolo: "Il centrodestra sembra poco interessato a vincere"

Imola

IMOLA. «Non sarò candidato in nessuna lista, e non ho bisogno di convocare una conferenza stampa per dirlo…». L’ironia è una dote che a Giuseppe Palazzolo, già consigliere comunale civico in più consigliature e candidato sindaco del centrodestra nel non lontano 2018, non è mai mancata. A questo giro osserva rilassato dalla spiaggia di Punta Marina la campagna elettorale che a Imola ha preso di nuovo il via con l’afa di luglio. Gli abbiamo chiesto di dirci come legge quello che sta succedendo, per la verità non molto, in una competizione avviata nella quale, per la prima volta dopo tanti anni, non sarà impegnato.
Beh Palazzolo, visto che la sua battuta fa riferimento ad Andrea Zucchini cominciamo da lì: la conferenza stampa di Zucchini era solo un modo per attirare l’attenzione, per lanciare messaggi e mettersi sul mercato? In fondo non lo ha detto a chi stava dicendo di no, pare nemmeno al centrodestra. E allora il centrodestra chi candida a questo giro?
«Questa campagna elettorale stenta davvero a decollare se c’è chi fa conferenze stampa per non dire assolutamente alcunché… Non mi risulta che il centrodestra abbia chiesto ad Andrea Zucchini di candidarsi. A dire il vero penso che proprio nessuno glielo abbia chiesto, ma così si è messo sul mercato, per fornire appoggio nell’eventualità di un ballottaggio».
Crede che si arriverà al ballottaggio anche questa volta?
«Se il centrodestra dimostrerà, come prevedo, apertura alla parte di città che conta nel lavoro e nell’associazionismo e si candida quindi a essere un’opzione alternativa vera, potrebbe arrivare al ballottaggio ma sarà una corsa in salita. Però in questo momento vedo un centrodestra non interessato tanto a vincere quanto a moltiplicare le presenze in consiglio comunale».
Quindi, ci riprovo, chi pensa che candiderà il centrodestra questa volta? Posto che nomi al momento non ne fa nemmeno il maggiorente della Lega in regione, Jacopo Morrone.
«Ho l’impressione che il candidato sarà Daniele Marchetti, e Simone Carapia sarà comunque in lista. Erano sempre loro due anche alle Regionali solo che il primo è entrato e il secondo no, ma così entreranno comunque entrambi e se si va al ballottaggio la Lega si ritroverà anche con un numero raddoppiato di consiglieri. Credo stiano discutendo soprattutto su chi mettere in lista per equilibrare gli uomini dell’una e dell’altra corrente della Lega stessa».
Lei, appena due anni fa, fu il candidato del centrodestra ma con una sua lista civica, ora questo centrodestra non sembra interessato al civismo.
«Non stanno cercando liste civiche collegate, ma il mondo non è fatto solo di partiti. Credo che sarebbe stato necessario lavorare per raccogliere il vuoto lasciato dai 5 Stelle. Invece in questo momento vedo solo molti personalismi ed egoismi. La Lega con due componenti che erano già presenti nel 2018 e che le Regionali hanno reso ancora più evidenti. Fratelli d’Italia che non raccoglie a Imola il consenso che raccoglie a livello nazionale e ha un portavoce che non ha la forza di sfondare ad esempio nei confronti dei giovani o dell’associazionismo. Forza Italia invece quasi non esiste più».
Insomma alla fine sembra il solito centrodestra diviso come lo era stato sempre prima del 2018, quando si compattò solo con la sua candidatura.
«Io accettai di candidarmi da civico a patto che la coalizione fosse unita. Poi è andata come è andata e perdemmo le elezioni. Subito dopo sia la Lega che Forza Italia mi chiesero di entrare nei rispettivi partiti ma io dissi no, convinto del mio impegno civico. Ma nel 2018 le condizioni politiche erano anche oggettivamente diverse: il centrosinistra usciva da un disastro amministrativo a livello locale, c’era sincera voglia di cambiamento e allora c’erano anche alcune novità politiche forti come la Lega e i 5 Stelle».
Vinsero comunque i 5 Stelle, ai quali, al ballottaggio, il centrodestra diede grande supporto.
«Senza dubbio, ma l’elettorato scelse di votare proprio per cambiare, poi è stato il fallimento totale. Il fatto è che in questi due anni né la Lega né il Movimento 5 Stelle, che sconterà quello che è successo ovviamente pesantemente, hanno lavorato per creare quel radicamento sul territorio che due anni fa si accorsero di non avere. Per questa ragione il Movimento 5 Stelle si è ritrovato isolato e incapace di tenere unita una squadra, sospettando di tutti e chiamando solo esterni a Imola. Ma anche il centrodestra, che allora perse, non ha lavorato per radicarsi a sua volta. La mia candidatura civica, allora, serviva proprio per questo».
Oggi c’è una sola lista civica che esprime una candidata: Carmen Cappello, che all’epoca correva, sempre civica, ma nel centrosinistra.
«E che a differenza di me, allora, partiva da una posizione vincente in termini di forza e consenso. Poi, perse le elezioni, è stata scaricata dal Pd e ha avviato la sua lotta interna al centrosinistra. Oggi si ripropone come civica, però viaggia di pari passo anche con una lista partitica che la sostiene, perché Italia Viva, animata poi dalla sua stessa sorella Giovanna Cappello, mi risulta che sia un partito. Quindi per una parte sta coi partiti, e perché un elettore di centrosinistra dovrebbe votare Cappello e non Panieri allora?».
Quindi lei non concorda con Andrea Zucchini quando dice che solo una parte di centrosinistra, ovvero Cappello, potrà fare male al centrosinistra stesso?
«Nel messaggio elettorale che sta dando Carmen Cappello si parla molto di passato, di come abbia condotto la sua opposizione contro la giunta Sangiorgi e di come abbia contribuito a farla cadere, di quanto lei sia la più brava e competente… però non si parla un gran che di futuro e invece Imola, soprattutto adesso, avrebbe bisogno di smettere di parlare del passato e dovrebbe guardare proprio al futuro».
In una certa fase finale lei, dalla sua posizione in consiglio comunale, diede anche supporto alla sindaca Sangiorgi prima che lei stessa gettasse la spugna.
«Mi dava un enorme fastidio il livello di litigiosità interno alla maggioranza, non avevo mai vissuto in politica una situazione come quella. Poi però mi accorsi che non erano solo capricci di una parte della maggioranza che la contestava, davvero una parte della Lega stava cercando di infiltrarsi in maggioranza e quello è stato il disastro, perché la sindaca non è stata in grado di dimostrare che agiva in piena libertà. A quel punto sono cominciate a volare querele su querele e quella non è più politica per me. Quell’ultimo anno mi ha veramente deluso, non avevo mai visto un livello così basso di politica a Imola, in una totale assenza di proposte, era solo un mettersi gli uni contro gli altri».
A questo punto un suo pronostico.
«Il Movimento 5 Stelle a questo giro se arriva al 6/7%, con un proprio candidato, del resto non mi pare che abbia alternative, avrà già fatto un miracolo. Il centrodestra mi sembra molto indietro e non mi sembra abbastanza interessato a vincere, quanto più a potenziare la sua presenza in Consiglio, e con una coalizione fatta solo delle sigle di tre partiti non credo che vincerà. Carmen Cappello dice di essere meglio di Panieri nel centrosinistra, ma non punta a raccogliere i voti che l’elettorato non darà più ai 5 Stelle. Marco Panieri dovrà andare oltre il fatto che è un 28enne e che è stato segretario del Pd, dovrà piuttosto dimostrare di essere un uomo in grado di agire libero dalle vecchie gerarchie del suo stesso partito, altrimenti sarebbe deludente. Magari ce la farà in campagna elettorale, dopo aver vinto non so».

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