Palazzaccio riconosciuto come patrimonio del Risorgimento a Cesena

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I cittadini che si stanno dando da fare per salvaguardare e valorizzare il palazzaccio della Fiorita hanno messo a segno un primo colpo, piccolo ma significativo. Martedì scorso, rispondendo a una loro richiesta, il Comune ha posizionato due cartelli che segnalano il legame di quel luogo con un importante episodio del Risorgimento: la battaglia del Monte, combattuta il 20 gennaio 1832 fra le truppe austro-papaline e insorti liberali cesenati e non solo.

Si tratta dei pannelli di colore marrone, quelli che indicano località o punti di interesse storico, artistico, culturale e turistico. In questo caso, evidenziano una peculiarità riconosciuta nella toponomastica comunale: anche se pochi lo sanno, il giardino attorno allo storico edificio era infatti già stato intitolato alla battaglia del Monte.

Un cartello è stato posizionato di fianco agli scalini di legno posti sul lato nord della collinetta. L’altro è stato invece collocato a sud, nell’area che Carlo Mariani immortalò in un suo disegno, conservato alla Biblioteca Malatestiana, che raffigura lo scontro avvenuto 189 anni fa.

Tutto era nato a seguito delle rivoluzioni scoppiate nel febbraio del 1831 nel Ducato di Modena, che alimentarono ribellioni anche nelle Legazioni pontificie di Bologna e della Romagna, dando vita al Governo delle Province Unite. La repressione non si fece attendere e già il mese dopo, a Rimini, l’esercito asburgico distrusse le impreparate forze armate radunate frettolosamente da questa neonata realtà. Durante l’estate successiva, Papa Gregorio XVI finse di trattare con gli insorti, dicendosi pronto a fare riforme, solo per guadagnare tempo per scagliare un grosso esercito contro la Romagna. Alla fine di quell’anno, i ribelli capirono che la vicenda stava prendendo una brutta piega e si prepararono a resistere. A Cesena confluirono da tutta l’Emilia-Romagna e anche da più lontano 2.000 volontari coraggiosi ma male armati e inesperti di questioni belliche, che iniziarono a trincerarsi, concentrandosi soprattutto a ridosso della Basilica di Santa Maria del Monte. Erano comandati dal colonnello forlivese Pietro Landi e tra di loro c’erano circa 300 cesenati. Nella tarda mattinata del 20 febbraio 1832, i pontifici attaccarono con 4.500 fanti, 500 cavalieri e il supporto di 8 cannoni, facendo una strage dopo due ore di resistenza dei difensori e saccheggiando case e anche il convento della Madonna del Monte e la chiesa dei Servi. Oltre all’abbazia, i luoghi chiave della battaglia furono Villa Neri e appunto la zona del palazzaccio, dove si trovava il quartier generale degli insorti.

Perciò i cartelli installati per rendere pubblicamente omaggio a quella pagina di storia sono stati accolti con grande soddisfazione dagli amici del palazzaccio. «Finalmente - commenta Cesare Benedetti, una delle anime di quel gruppo - un luogo storico e “sacro” del Risorgimento italiano, sulla collinetta denominata Montaletto degli Iseppi, è stato segnalato, come era doveroso, e sempre più cittadini della nostra terra potranno andarne orgogliosi».

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