Palasport e cinema, a Forlì la ripartenza è in salita

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Il Governo temporeggia, il mondo della cultura e quello dello sport non possono fare altro che attendere. Ancora una volta. Nella speranza che dagli annunci si passi concretamente ai fatti e non in tempi biblici.

Nonostante il parere positivo del Comitato tecnico scientifico, l’atteso decreto che avrebbe dovuto sancire l'aumento della capienza di cinema, teatri, sale da concerto, palazzetti e stadi non è stato approvato in Consiglio dei ministri questa settimana. È tutto rimandato: per cinema e teatri (dal 50% all'80% al chiuso) si parla di una settimana, quindi entro la prossima, mentre per gli stadi (al 75%) e i palasport (dal 35% al 50%) di due. In sostanza si preferisce attendere che passi il weekend del 9 e 10 ottobre quando il campionato di calcio di serie A sarà fermo, ma in Italia si disputeranno le finali della Nations league. L'ipotizzata estensione per gli appassionati di sport non scatterebbe prima di domenica 17 ottobre.

Come vivono in questo limbo società e imprenditori dello spettacolo? Stanchi, certo, ma fondamentalmente ottimisti.

Sport

Con qualche perplessità di fondo come si evince dalle parole del presidente della Pallacanestro 2.015 Forlì, Giancarlo Nicosanti. «Onestamente non capisco per quale ragione non sia stato approvato il decreto dopo la presa di posizione del Cts – sospira -. Credo arriverà e prima verrà firmato, meglio sarà per tutti, però ritengo sarà un processo lungo quello che riporterà nei palazzetti migliaia di persone». Il campionato inizierà domani, Forlì giocherà in casa il 10 (con il 35% dei posti disponibili) e poi anche il 17 ottobre con un potenziale 50% che equivarrebbe a 2.838 spettatori, ma Nicosanti spegne un po' gli ardori. «Lo stiamo notando, le presenze sono ovunque inferiori alle capienze consentite e Reggio Emilia, in A, ha fatto appena 345 abbonati. L'importante è avere i tifosi, ma riempiremo pian piano, non sarà subito facile anche per la diffidenza delle persone a tornare nei luoghi chiusi. Verrà superata col tempo, l'importante è iniziare con loro al nostro fianco».

Cinema

Al cinema una ripresa è già più tangibile anche se «timida» come la definisce Francesco Romanelli, amministratore delegato di “Appennino srl” che gestisce “Astoria”, “Saffi” e Arena Eliseo. «Spero che il decreto non tardi ulteriormente, anche perché è un periodo nel quale le case distributrici stanno sfornando titoli importanti e altri ne proporranno in sala da giovedì – dichiara -. Sarà anche per questa ragione che stiamo notando una ripresa, i risultati sono discreti, specialmente nei giorni feriali che hanno registrato un incremento degli ingressi. Nei festivi, complice forse il caldo, l'afflusso non è invece tornato quello dei periodi precedenti». C'è, poi, una constatazione che pur non facendo ancora né statistica né tendenza, rincuora Romanelli. «Nei nostri cinema non sono tornati solo gli appassionati, i clienti abituali diciamo, ma stiamo notando anche la presenza di un pubblico nuovo, persone che prima non frequentavano le sale o almeno le nostre».

Ecco, allora, che l'estensione all'80% darebbe una spinta in più a uno dei settori più penalizzati. «Sì, ma anche il 100% perché ci dovremo arrivare, i cinema sono luoghi sicuri dove il green pass è effettivamente controllato, non ci si muove e non si parla. L'80% è gestibilissimo anche se aspettiamo venga approvato e con quali protocolli: la differenza la farà la percentuale di congiunti presenti e questa varierà di sera in sera. Se fossero molti i non conviventi, alla fine per il distanziamento sarebbe un 50% o poco più lo stesso».

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