Paesani lancia “Noi amiamo Rimini”

È il giorno di “Noi amiamo Rimini”, la lista civica di Lucio Paesani che sostiene il candidato sindaco Enzo Ceccarelli. La coalizione è di centro destra, ma a Paesani i confini stanno stretti: «Con noi ci sono esperienze di destra, sinistra, tutte le categorie sociali».

L’appuntamento è alle Celle, non a caso: il 25 marzo 1831 venne combattuta la battaglia delle Celle e gli italiani tennero testa agli austriaci. Qual è il collegamento? Battaglia di liberà allora, battaglia di libertà oggi. Da chi? «Dall’uomo solo al comando». Per chi non l’avesse capito: Andrea Gnassi. Paesani lo definisce un «coreografo» che ha nascosto le magagne sotto a un tappeto che «dopo anni non copre più tutto quello che non va».

Qualche esempio? «L’urbanistica bloccata, ma aperta a finestrelle e trattative private. Gnassi convinse anche me a sostenerlo – spiega Paesani – il Parco del mare con i parcheggi sotto la sabbia rendeva l’arenile vivibile con le nuove funzioni. Risultato? Quindici chilometri di lungomare dove faticano a entrare ambulanze e mezzi delle forze dell’ordine».

Da Gnassi a Gloria Lisi (ex vice oggi candidata sindaca) il passo è breve. Paesani vuole fare chiarezza in vista di un possibile ballottaggio: «Non esiste che possa sostenere il nostro candidato sindaco. Vogliono solo fare confusione, Lisi e Sadegholvaad erano i primi collaboratori di Gnassi. Un voto dato alla Lisi è un voto buttato via».

Il candidato Ceccarelli a questo proposito ha un entusiasmo ancora maggiore e invita gli esponenti della lista a portare gli elettori alle urne. «Se la gente vota vinciamo al primo turno».

Capolista di “Noi amiamo Rimini” è ovviamente Lucio Paesani: 27 candidati in tutto, di cui 15 donne (fra cui la moglie di Paesani, Morena Fagotto).

Primo a parlare, Massimo Lugaresi (ex capogruppo Ds ed ex assessore della giunta Ravaioli). Non è tenero con Gnassi. «Per dieci anni non è stato sindaco, ma il principe della città che ha modificato tutto a suo uso e consumo».

Non è morbido neppure con chi glielo ha fatto fare. «Si è impadronito del partito e del consiglio comunale, ma in aula c’era anche l’opposizione, ci deve essere una forza che controlla e progetta. Non si capisce perché il centro destra a Rimini sia maggioranza e poi non lo diventa mai. Ci sono tanti che giocano per perdere, Paesani ha scombinato il mazzo».

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