A 12 giorni di distanza dal funerale celebrato a Bergamo, dove abitava da tempo, ieri è arrivato anche nella sua Cesena il momento del commiato a Pier Paolo Rossi. Oltre 50 persone che lo hanno amato e stimato hanno riempito la chiesetta del cimitero urbano dove sono state portate le ceneri dell’ingegnere che si è preso cura di tanti tesori storici e architettonici, con progetti di consolidamento e restauri: dalla torre di Pisa al campanile di San Marco a Venezia, dal tempio egizio di Luxor alla cattedrale di Città del Messico e all’antica cittadella di Damasco. In molti casi le sue analisi, anche con tecniche innovative da lui ideate, come la prova usando i martinetti piatti, hanno garantito la stabilità di quei patrimoni dell’umanità. Per questo, durante la cerimonia di ieri, il sacerdote che l’ha officiata, e che conosceva Rossi, di cui ha ricordato gli incontri a Sant’Agata Feltria, ha sottolineato «il grande contributo che ha portato alla società con la sua intelligenza e le sue competenze professionali». Ma ha evidenziato anche un altro aspetto, che saltava subito all’occhio di chiunque lo conoscesse: il fatto che era «una delle rare persone che danno solo buoni esempi». Accompagnati dalle splendide note di un violino, i presenti gli hanno detto addio, prima di tutto, proprio con quel ricordo. Poi l’urna cineraria è stata posata in una tomba a poca distanza dalla chiesa.
A Cesena Pier Paolo Rossi, che è morto ad 81 anni al termine di una lunga malattia affrontata con forza e serenità fino all’ultimo, aveva mantenuto forti legami. Suo padre aveva ruoli di responsabilità nella gestione della miniera di Formignano, e lui a quel mondo era rimasto molto legato, portando anche il suo prezioso contributo nell’associazione che valorizza la memoria di quello straordinario pezzo di storia economica e sociale di Cesena. Anche una volta trasferitosi a Bergamo, dove aveva avuto anche una vita ricca di affetti, con la moglie Anna Maria, i figli Christian e Licia e le quattro nipoti, aveva mantenuto una bella casa sulle colline di Monte Cavallo, sopra Borello. Da ragazzo, aveva studiato al liceo scientifico “Righi” di Cesena e poi, dopo la laurea in Ingegneria conseguita all’Università di Bologna nel 1967, si era affermato prima all’interno della prestigiosa società “Ismes”, e poi nel 1998 aveva aperto lo studio “R Teknos”. Quella stimolante avventura professionale portato brillantemente viene ora portata avanti dal figlio Christian, mentre la figlia Licia è uno stimato medico del lavoro.