Ravenna, operatore del 118 morto per Covid: analisi sul ceppo virale

Ravenna

RAVENNA. Un’evoluzione rapidissima e aggressiva. Talmente veloce da indurre l’Ausl a far analizzare il ceppo virale che ha portato al decesso Gabriele Gazzani, l’autista di ambulanze 60enne morto giovedì sera nel reparto di pneumologia dell’ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna dove era ricoverato insieme al fratello, anche lui positivo al covid (le cui condizioni sono stabili; positiva anche una delle sorelle, lei però in isolamento domiciliare). Un accertamento finalizzato a chiarire le ragioni di un decesso – il primo di un paziente vaccinato; finora infatti tutti i morti non erano immunizzati – che ha sconvolto i colleghi e le tante persone che conoscevano Gazzani, volto noto anche della scena musicale locale. Si cercherà di capire quale sia stata la variante che lo ha colpito e perché abbia sviluppato una forma così invasiva. Un’aggressività che, seppur fosse regolarmente vaccinato, potrebbe essere riconducibile ad alcuni fattori di rischio (peso e diabete) che lo avrebbero reso più vulnerabile al virus. Già poco dopo aver accusato i primi sintomi, febbre alta e difficoltà respiratorie, il saturimetro aveva evidenziato un calo dei livelli di ossigenazione. Ricoverato in malattie infettive, la tendenza è proseguita tanto che nel giro di poco tempo i medici ne hanno disposto il trasferimento in pneumologia dove, pur con l’ausilio del “casco” per l’assistenza alla ventilazione, nessuno si aspettava un peggioramento così repentino. In corsia erano consapevoli dei rischi per via delle analisi poco rassicuranti, ma fino a poco prima dell’epilogo era rimasto in contatto via sms con i colleghi che aggiornava regolarmente sulle sue condizioni di salute. GI.RO. Aveva paura del covid Gazzani. «Lo temeva eccome, come tutti noi che per lavoro siamo esposti quotidianamente al rischio di contagio – confida un collega che chiede però di non comparire –. Per questo era scrupolosissimo, oltre a essere un professionista estremamente premuroso con tutti, con i pazienti ma anche sul lavoro». Lunedì mattina i funerali. Dopo la partenza dalla camera mortuaria il feretro passerà davanti alla sede del 118 dove in segno di lutto i colleghi lo saluteranno con i lampeggianti accesi e le sirene delle ambulanze. Il corteo partirà poi alla volta della chiesa di San Pietro in Vincoli. Alla benedizione della salma canterà anche Sonia Davis, l’amica e compagna di tante esibizioni sui palchi di tutta la Romagna prima del covid. Il canto era infatti una delle sue grandi passioni, insieme agli amati animali, i cani e le cocorite. Si era avvicinato alla musica da adolescente e agli esordi aveva effettuato anche tournèe all’estero, in Spagna e in Olanda al festival della canzone italiana, davanti a 3mila persone. Tra i ricordi a cui era più affezionato, anche i concerti con Carla Boni. Il bivio fu l’occasione di entrare a lavorare nella Pubblica Assistenza, ma nonostante i turni riusciva a ritagliarsi tempo per la musica. Di recente, prima del covid, aveva vinto il concorso al 118 come autista di ambulanze. Era insomma in prima linea nella battaglia contro il virus. GI.RO.

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