Imola, omicidio Cappai, rito abbreviato anche per altri due imputati

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Rito abbreviato per altri due imputati il 27 febbraio, e accoglimento della richiesta di elaborazione di un progetto per la messa alla prova del terzo. Si è conclusa così al Tribunale di Bologna l’udienza preliminare seguita alla chiusura delle indagini, risalente al 18 novembre scorso, sull’omicidio di Fabio Cappai; il giovane di 23 anni residente a Castel del Rio ucciso a coltellate in cima alla gradinata del centro sportivo Marco Simoncelli di viale Giovannini poco prima della mezzanotte di venerdì 15 luglio.

Due ulteriori riti abbreviati

Ad essere processati con rito abbreviato, con le accuse di concorso anomalo in omicidio e di lesioni aggravate in concorso nei confronti di un amico di Fabio, saranno i due ragazzi – uno di 16 anni e uno nel frattempo diventato maggiorenne – difesi rispettivamente dalle avvocate Elena Bassano e Federica Rossi. «C’è stato il rigetto della richiesta di messa alla prova – spiega l’avvocata Rossi – per cui abbiamo già avanzato la richiesta di abbreviato anche per le nostre posizioni». «Nel processo dei minorenni non esiste una preclusione sulla messa alla prova con riferimento a nessun tipo di reato, nel senso che anche per i titoli di reato molto gravi è possibile richiederla – aggiunge –. Una richiesta che ci sentivamo di avanzare, considerato il comportamento a nostro avviso collaborativo dei giovani: a loro modo ammettono i fatti, semplicemente li descrivono come una rissa e non come un omicidio puro e semplice. In questo caso hanno deciso che non era concepibile». Assieme a loro verrà come notto processato con rito abbreviato anche il ragazzo di origine sarda, residente a Giugnola, una frazione del comune di Firenzuola, che ha confessato il delitto e che ha fatto ritrovare il coltello in un fosso ai lati della strada a Valsalva, detenuto nel carcere minorile del Pratello di Bologna, dove intanto ha compiuto 17 anni. È accusato di omicidio e di porto d’armi abusivo. Per lui, il legale Alberto Padovani aveva già chiesto e ottenuto l’ammissione al rito abbreviato nel corso della prima udienza del 27 dicembre.

Messa alla prova

Per il terzo giovane di 17 anni, «per adesso è stata disposta l’elaborazione di un progetto che, se il tribunale riterrà adeguato e idoneo, comporterà, alla prossima udienza o comunque quando sarà pronto questo progetto, la sospensione del processo e la messa alla prova del ragazzo – spiega l’avvocato Vittorio Mazza, codifensore assieme all’avvocato Gabriele Bordoni –. E l’esito positivo della messa alla prova determinerà l’estinzione del reato. Nei processi ai minori il tribunale ammette questa possibilità se ritiene che la personalità dell’imputato possa consentire un suo recupero. Sostanzialmente – continua – questo non è un giudizio sulla responsabilità o meno, non è un giudizio di tipo penale. È un istituto che nell’ambito del processo minorile ha un’attenzione maggiore al recupero dell’imputato».

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