Ole, il tedesco che guida i cicloturisti sulle colline romagnole GALLERY

SANTARCANGELO. Tedeschi, austriaci, israeliani, italiani. In sella a una bici su è giù per le colline della Romagna. Bertinoro, Monteleone, San Leo, Sogliano, Montevecchio, Sorrivoli. In testa al gruppo un signore di 58 anni, lungo e asciutto. Impeccabile la pronuncia tedesca ma se parla in italiano sfodera un originale accento tedesco-romagnolo. Ole Rohwer è alto un metro e 89 centimetri e la sua lunga sagoma lo rende più facilmente individuabile tra le magliette colorate dei pedalatori. Nella vita ha fatto tanti lavori e ora fa la guida ciclistica per un albergo di Gatteo a Mare, l’Hotel Lungomare.

Passione e lavoro

Va in bici per passione ma l’ha trasformata anche in lavoro così come è successo per tante guide al servizio dei bike hotel della riviera romagnola, da Cesenatico a Riccione. Ogni anno effettua un centinaio di uscite con i turisti ma ne fa tante anche con il suo gruppo storico, il Gs Cicli Matteoni di Sant’Ermete, in provincia di Rimini. E quando si mette in testa al gruppo a guidare i compagni di società fa una certa impressione sentire la sua parlata nordica guidare i romagnoli per le stradine fra Villalta di Cesenatico o Tantlon di Cervia o sulle salitelle tra Roncofreddo e Montiano.

«Sono nato a Neumunster, a 60 km dalla Danimarca», spiega Ole. «Sono venuto in vacanza in Romagna e ho deciso di rimanere. In Germania avevo lavorato nella Polizia e nell’ufficio amministrativo di un tribunale. Qui sono stato albergatore a Bellariva di Rimini dal 1993 al 2004 quando ho messo in piedi un’attività di vendita di accessori per alberghi. Cinque anni fa ho smesso per dedicarmi di più a fare la guida e all’altra mia attività che è quella di marketing di prodotti per il benessere».

C’è chi scala il Cippo

Il lavoro di guida è iniziato un po’ per caso. Prima per la richiesta di un amico albergatore una quindicina di anni fa. Poi durante una chiacchierata della moglie di Ole, Morena, con un albergatrice, a margine della Gran Fondo. «Il nostro albergo organizza fino a sei gruppi diversi in base alle caratteristiche dei ciclisti. Di solito non si superano le 8-10 unità. C’è chi fa giretti in e-bike e chi arriva a scalare il Cippo di Carpegna. Di solito i gruppi si portano in giro da marzo a novembre, con una pausa fra luglio e agosto perché fa troppo caldo».

Le competenze

Andare in bici, parlare almeno l’inglese ma anche il tedesco, conoscere bene le strade: non bastano queste competenze. «La cosa importante per me», spiega Ole, «è aver voglia di conoscere la gente, una cosa che ti arricchisce. Per me è la cosa più bella. Ma devi anche essere in grado di valutare le possibilità di quelli che porti in giro. E non può mancare una certa manualità perché devi saper risolvere una foratura o smagliare una catena». Ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, come è successo in questi giorni quando ti ritrovi con una ragazza tedesca in lacrime per la paura di affrontare la discesa di Sorrivoli. E allora su a farle coraggio a tirarla su e farle capire che basta tirare un po’ di più i freni…

Una delle soddisfazioni più grandi è vedere il proprio gruppo contento. «Chi viene per la prima volta resta sorpreso dal nostro entroterra. Hanno in testa il mare e la spiaggia e si ritrovano immersi nel verde e in paesaggi dove sopra ogni cocuzzolo c’è una torre o un castello, o una fortezza…».

Bici e piadina

Spesso le sgambate sono occasione per ripercorre le strade percorse da Marco Pantani («Lo conoscono tutti») oppure per conoscere i prodotti locali. «Gli facciamo assaggiare la piada col prosciutto, li portiamo ad assaggiare il formaggio di fossa, il pesce a Cesenatico, i nostri vini. È naturale che nasca un bel rapporto con le persone, si affezionano. E spesso tornano e vogliono partecipare anche ai viaggi che facciamo con il nostro gruppo Matteoni, come è successo con una coppia di scozzesi, a marzo a Maiorca. E come si ripeterà anche in settembre in Costa Blanca. Sì, perché ormai le guide ciclistiche sono diventate un po’ come erano i piccoli albergatori della riviera degli Anni Ottanta, gli amici romagnoli dei turisti».

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