"Occorre combattere l’inflazione senza favorire una nuova recessione"

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Tassi di interesse, previsioni di inizio anno e metodi di pagamento, tra vecchi e nuovi: tre argomenti su cui il mondo bancario sta ragionando proprio in queste settimane, per via della discussione in corso con la Banca centrale europea e della manovra di bilancio, dove si parla, tra le altre cose, anche di commissioni per i pagamenti elettronici. A parlarne è il presidente dell’Abi e de La Cassa di Ravenna Antonio Patuelli, che nei giorni scorsi ha messo in chiaro la sua idea su alcuni di questi aspetti.

La Bce sembra intenzionata ad andare avanti sul rialzo dei tassi. Lei ha già fatto capire di non essere concorde con questa linea, perché si sta andando avanti?

«Occorre combattere e ridurre l’inflazione senza favorire una nuova recessione. Fra le banche centrali del mondo, la Bce è stata finora una delle più prudenti nell’aumentare i tassi. Quello europeo è un condominio formato da 27 Stati ed in esso quello dell’euro è un condominio di 20 Stati che opera con grande collegialità e trasparenza. L’inflazione da dicembre ha iniziato a ridursi per il crollo innanzitutto del costo del gas nel mercato europeo: se questa tendenza sarà confermata prossimamente, la Bce dovrà tenerla in conto per le sue scelte di politica monetaria».

Che impatto potrà avere questa scelta sui mutui sottoscritti a tasso variabile? Rischiamo una nuova crisi immobiliare?

«Oltre i due terzi dei mutui sono a tasso fisso e, quindi, non subiscono alcun effetto per la crescita dei tassi indicati dalla Bce, mentre, invece, è aumentato il costo della raccolta delle banche. Chi ha sottoscritto mutui a tasso variabile si è consapevolmente molto avvantaggiato negli scorsi anni con tassi veramente infimi».

In un 2022 di forte agflazione non pensa che sia stato un errore attuare una politica di rialzo dei tassi?

«Solo con una visione retrospettiva di più anni possono essere meglio valutate le politiche monetarie decise dalle banche centrali».

Lei, in generale, come vede questo inizio anno?

«L’inizio del 2023 vede avvantaggiarsi le imprese e le famiglie rispetto alle più pessimistiche previsioni fatte nei mesi scorsi e basate su prezzi del gas molto più elevati di quelli in essere attualmente. Ciò sta comportando una nuova vitalità per le attività innanzitutto industriali, pur in un quadro di continua forte incertezza prospettica».

E per la Romagna, quali prospettive ci sono?

«La Romagna e l’Emilia rappresentano una regione dalle attività economiche fortemente differenziate e complementari, molte delle quali legate alla stagionalità estiva. Vi è da sempre una forte volontà di lavoro e di crescita civile, economica e sociale. I grandi investimenti in atto per il Porto di Ravenna e per le infrastrutture in genere e per differenziare le fonti di energia produrranno certamente effetti positivi nella concatenazione dei fattori economici».

Per quale motivo, come ha già detto, ritiene necessaria un’altra moratoria per le imprese?

«Lo richiedono le difficoltà di diverse aziende: per aiutarle è meglio per tutti allungare loro le possibilità dei tempi di restituzione dei prestiti, invece che appesantirle con ulteriori indebitamenti».

Oggi si parla sempre più di digitalizzazione dell’impresa, ma nel settore bancario non crede che questo eccesso possa generare sempre più una spaccatura con la clientela retail, che invece avrebbe bisogno di persone disposte a capire le particolari esigenze?

«Essendo le banche tutte diverse fra loro ed in forte concorrenza, le imprese e le famiglie possono scegliere le banche a seconda delle loro preferenze che non sono assolutamente uniformi».

Due parole allora, sulla legge di bilancio e le commissioni. Come valuta il contributo straordinario del 50% sugli utili delle commissioni per le transazioni sotto i 30€ qualora non venga trovato un accordo per costi minori?

«La legge di Bilancio per il 2023 prevede la realizzazione di un tavolo di confronto fra istituzioni ministeriali, di vigilanza sulle banche, antitrust e i diversi soggetti che contribuiscono ai sistemi di pagamenti: circuiti internazionali, emittenti nazionali ed europei, distributori, etc. Ciò permetterà di far emergere una maggiore trasparenza sulle responsabilità di ciascuno di questi soggetti, correggendo troppe superficialità e semplificazioni. Emergeranno anche le tante iniziative di diverse banche e di emittenti nazionali ed europei che hanno molto ridotto le commissioni sui pagamenti, addirittura azzerandole per quelli di piccoli importi».

Rimanendo sull’attualità, crescono sempre di più i metodi di pagamento rateali online. Lei non teme che possano sfuggire di mano, con la conseguenza per i consumatori di trovarsi segnalati nelle centrali rischi per aver magari ritardato una rata anche di pochi euro, compromettendo così la loro credibilità creditizia?

«Ciascuno è sempre libero, di volta in volta, di scegliere come effettuare il singolo pagamento, senza costrizione alcuna, nell’applicazione delle normative vigenti. Quindi libertà e responsabilità di ciascuno si coniugano non solo nei pagamenti, ma simultaneamente nelle scelte di spesa».

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