Nuovi cittadini italiani: a Cesena sono stati appena 164 in un anno

Cesena

CESENA. Calano drasticamente i “nuovi cesenati” ed i “nuovi italiani” nel corso dell’ultimo anno.
le statistiche appena chiuse dicono che nel 2019 in zona sono state registrate le acquisizioni di cittadinanza italiana di 164 cittadini stranieri: un valore in netta diminuzione rispetto al picco che si era registrato nell’anno 2015 (503). I dati comprendono le acquisizioni e i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano, per elezione da parte dei 18enni nati in Italia e regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis. Tra i nuovi cittadini italiani nel 2019 assoluto pari merito tra maschi e femmine col 50% ciascuno del totale complessivo a fine anno.

Le provenienze

Durante lo scorso anno a Cesena il 22,5% di quanti hanno acquisito la cittadinanza italiana era precedentemente cittadino albanese, il 13,2% marocchino e il 10,8% algerino.
Si tratta, riferisce l’Ufficio Statistica dell’Unione dei Comuni Valle del Savio, di collettività di antico insediamento in Italia, che nel tempo hanno maturato i requisiti relativi alla residenza continuativa previsti dall’ordinamento italiano per poter richiedere la cittadinanza italiana per naturalizzazione.
Si amplia così la gamma dei Paesi che si affacciano al riconoscimento, già in quarta e quinta posizione troviamo infatti il Senegal (10%) e il Bangladesh.

Decennio

Nel periodo 2000-2019 la popolazione cesenate è passata da 90.321 unità a 97.038, con un aumento del 7,43%. Un’analisi più attenta mostra due movimenti di segno opposto: la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di 1.023 unità, mentre quella straniera è cresciuta di oltre cinque volte con un aumento di 7.740 unità. Rilevante la variazione del peso percentuale di quest’ultima che è passata dal 2,04% del 2000 al 9,88% del 2019. La popolazione straniera torna a crescere, anche se la percentuale resta distante dal picco raggiunto nel 2012 (10,02%).

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