Nuoto Sette Colli: Sabbioni, Scozzoli e Bianchi vogliono Tokyo

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L’ultima chance. La Romagna del nuoto palpita attorno alla piscina più bella del mondo, quella del Foro Italico. C’è una qualificazione olimpica, l’ennesima, da ottenere per i portacolori di casa nostra che hanno tenuto alto il nome della Romagna per oltre un decennio. Quello di Tokyo sarà l’ultimo ciclo olimpico per diversi campioni del nuoto nostrano e l’appuntamento è di quelli che contano perché al momento solo Martina Carraro ha strappato il pass a Cinque Cerchi.

Si attende una conferma quasi scontata da Ilaria Bianchi, che già domani potrebbe ritrovarsi immersa nella sua quarta edizione dei Giochi e per Simone Sabbioni. Entrambi sono i numeri due delle loro specialità e hanno solo bisogno di una conferma, se possibile con riscontri cronometrici migliori di quelli ottenuti a Riccione e Budapest. Più ingarbugliata è la situazione di Carlotta Zofkova che si trova nella stessa condizione di cinque anni fa: si giocherà il posto in staffetta con Silvia Scalia proprio al Settecolli.

La copertina, però, la merita il numero uno del nuoto romagnolo negli ultimi dodici anni: Fabio Scozzoli che già oggi tenterà l’ultimo assalto ai Giochi, l’unica manifestazione dove non è riuscito a salire sul podio in carriera. Il veterano azzurro sembrava lanciatissimo verso la sua seconda partecipazione olimpica ma, prima il rinvio dei Giochi e poi una fastidiosa infiammazione ai gomiti, hanno rimescolato le carte, allontanando Scozzoli dal sogno di disputare la sua seconda finale a Cinque Cerchi dopo il deludente settimo posto di Londra 2012. Ci ha provato Scozzoli: ad aprile, mentre i suoi rivali se le davano di santa ragione su tempi di altissimo spessore ai campionati nazionali, stava riprendendo a lavorare in piscina, a maggio, mentre Martinenghi se la giocava con i big della specialità, Pinzuti si prendeva due finali europee e Poggio, suo compagno di allenamenti, faceva segnare il personale, stava ritrovando antiche sensazioni.

Il nuoto lascia pochissimo spazio al caso e all’improvvisazione e per Scozzoli la situazione è chiara: due mesi di lavoro quasi normale a fronte di una preparazione che necessitava almeno sei mesi di allenamenti, un confronto quasi costante con gli avversari non fanno ben sperare per l’ultimo (anzi unico) tentativo di qualificazione olimpica affidato al Settecolli. Il tempo da fare è vicino al personale, il test della settimana scorsa a Riccione dice che Scozzoli dovrebbe tirare giù un secondo e mezzo. Una situazione molto simile a quella vissuta prima di Rio dal ranista romagnolo, reduce all’ora da tre stagioni molto complicate, tra infortuni e scelte rivelatesi sbagliate. Talento, tenacia e determinazione non mancano al campione romagnolo ma servirebbe davvero un miracolo. «Fin quando il fisico mi sorreggerà sarò in vasca» aveva dichiarato all’indomani delle belle prove ai Mondiali di Gwangju e in questa occasione il fisico sembra averlo tradito.

Qualora non arrivi la qualificazione olimpica, non sarà la fine della carriera. Scozzoli ha ancora tanto da dire e può essere importante nei prossimi anni di completamento della transizione dalla sua generazione a quella dei più giovani. In vasca corta può ancora dire la sua e quest’anno ci sono ISL, Europei e Mondiali in rapida sequenza.

Ilaria Bianchi ha bisogno di ritrovare antiche sensazioni. Il Covid, contratto a dicembre, ha lasciato strascichi pesanti e soprattutto ha condizionato tutta la prima parte della preparazione, ma la castellana ha saputo soffrire, accettare le inevitabili controprestazione e si è preparata solo per questo evento, nella speranza di prolungare per un mese la condizione raggiunta. Ci proverà nei 100 farfalla a scendere sotto i 58” e a prendersi la carta anche per la gara individuale. In ogni caso Cesare Butini non rinuncerà alla sua presenza nella staffetta mista.

Stessa situazione per Simone Sabbioni che ha fallito l’appuntamento cronometrico agli Assoluti e agli Europei, restando lontano un secondo dal personale che gli permise di volare a Rio. Il riccionese sta facendo fatica a risalire la china, deve fare i conti con un rivale in casa di alto spessore come Ceccon in una specialità in cui l’asticella si è alzata non poco nell’ultimo anno. Il riccionese ha lavorato duramente per arrivare al top al Settecolli ed è il secondo in Italia in questa specialità. Questo gli dovrebbe garantire la chiamata ma rivederlo sui suoi livelli migliori sarebbe un viatico importante in vista dei Giochi.

Un deja vu anche quello di Carlotta Zofkova che domani tenterà l’assalto alla qualificazione nei 100 dorso: impresa che le riuscì, per la staffetta, anche per Rio. A Riccione è stata la seconda italiana, a Budapest si è fatta superare da Scalia. Ora la resa dei conti anche se l’eccellenza della specialità è molto lontana e servirebbe la Zofkova in versione 2018.

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