Nuoto, la vittoria e il tuffo con Malagò: l'addio trionfale di Federica Pellegrini - Gallery

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Cosa sarà il nuoto senza Federica Pellegrini lo scopriremo da oggi, cosa è stato si è capito ieri nel giorno dell’addio. Uno show di un’ora per salutare la più grande sportiva italiana di sempre che lascia l’attività agonistica e che da ieri è nuova cittadina onoraria di Riccione, con le chiavi della città conferitele dal sindaco Renata Tosi nella cerimonia di premiazione. Sono arrivate da mezza Europa le sue avversarie per accompagnarla nell’ultima gara che poi si è trasformata in una festa tra amiche: da Sarah Sjoestroem, la campionessa svedese, a Femke Heemskerk, l’olandese che ha battuto a più riprese, da Camelia Potec che la sconfisse ad Atene 2004 a Sara Isakovic che fu battuta nei 200 stile libero a Pechino 2008, fino ad arrivare alla compagna di staffetta Alice Mizzau che a Riccione è di casa e alla avversaria ungherese Evelyn Verraszto. C’era una corsia anche per la francese Camille Muffat, che le inflisse una sconfitta durissima a Londra scomparsa sei anni fa a causa di un incidente in volo.

C’erano campioni di oggi e di ieri a salutarla, da Alberto Tomba che è stato il campione che più ha fatto sognare gli italiani, al campione olimpico di taekwondo Carlo Molfetta, al vice-campione a Cinque Cerchi di beach volley Daniele Lupo, alla pattinatrice Valentina Marchei. E c’era soprattutto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che Federica Pellegrini ha definito secondo padre e che per festeggiare la sua pupilla (portacolori dell’Aniene di cui Malagò è stato a lungo presidente), si è perfino concesso un tuffo nell’acqua della piscina riccionese, vestito di tutto punto e che ha definito la campionessa veneta «L’italiana più popolare nel mondo nel terzo millennio».

Come dargli torto perché Federica Pellegrini è entrata nel cuore non soltanto degli appassionati italiani ma di ogni angolo del pianeta. «È stata una bella festa, ho cercato di non pensarci fino a oggi perché mi sarebbe venuta l’ansia - ha commentato la sei volte campionessa del mondo - ero tranquilla fin quando sono salita sul blocco, poi è stato un concentrato di emozioni forti. Mi sono passate davanti tante immagini, ho pensato alle 130 vittorie che hanno caratterizzato la mia carriera, ai tanti momenti vissuti qui a Riccione. Guardando indietro credo che la vittoria più bella sia stata Roma. Indimenticabile».

Tanti i progetti per il futuro. «L’impegno nel Cio, il Cda di Milano-Cortina 2026, il progetto di una lunga vacanza con Matteo (Giunta, l’allenatore fidanzato che ieri, durante l’ultima gara, era in un angolo della tribuna a versare qualche lacrima, ndr), su un camper con i nostri cani, meta sconosciuta e poi all’orizzonte il matrimonio. Sono indietro con l’organizzazione, non c’è ancora una data ma anche se ci fosse stata probabilmente sarebbe slittata. Ci sono un sacco di cose da fare. Darò una mano a Matteo in piscina se i ragazzi lo vorranno».

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