Novecento, cucina di mare e voglia di movida

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RIMINI. Porta il titolo di un film di Bernardo Bertolucci… si affaccia sullo scorcio felliniano per eccellenza: la piazza del Grand Hotel e della Fontana dei cavalli di Rimini. Ma in fondo chi lo costruì pare avesse un intento effettivamente felliniano: dare all’edificio la forma del transatlantico Rex. Il ristorante Novecento di Rimini che dal 2018 si è completamene rinnovato nella forma quanto nella proposta gastronomica, è una piacevole scoperta per chi arriva la prima volta, una tavola dove dove poter tornare, in una città con un’offerta di locali in evoluzione continua. La rinascita del Novecento è l’ultima fatica imprenditoriale di Giacomo Badioli (sono suoi i ristoranti di Cattolica Gente di Mare e il Falco). Obbiettivo: rinverdire i fasti della movida anni Sessanta in un angolo riminese rimasto ultimamente più silente, passando attraverso una proposta gastronomica di qualità e fresca, in un ambiente effettivamente accattivante, in stile metropolitano, bello anche da guardare.


L’ambiente
La grande sala ha due elementi che catturano lo sguardo di chi entra dalla porta a vetri dell’edificio a forma di nave: l’insolito e grande community table, con la postazione del barman in mezzo e le sedute affiancate a formare un ferro di cavallo al centro dell’ambiente. Poi c’è l’estesa parete retroilluminata di bottiglie, sintesi a effetto di una cantina che presta anche attenzione al territorio, in particolare con alcune scelte di rebola e sangiovese, ma che non fa mancare le etichette più note per soddisfare anche una clientela turistica non necessariamente locale, e con una predilezione per i bianchi, dalla Franciacorta al Friuli. A gestire la carta e a proporla c’è Alessandro Bernardi.
Lo chef
In cucina governa invece Gianni Castellana, 28 anni e pugliese di origine, diplomato alla scuola alberghiera comincia a Bari la sua vita lavorativa. Poi comincia a risalire la penisola, prima tappa a Cattolica, poi Madonna di Campiglio, Bologna. Ma decide che deve perfezionarsi, studiare, e frequenta la scuola di alta cucina Alma di Colorno. Incontra Vincenzo Cammerucci, che lo tiene sotto la propria ala per uno stage e lo indirizza, viste le sue potenzialità, al gruppo Eden che lo ingaggia per l’hotel Excelsior di Pesaro. Da lì, il ritorno in Romagna solo dopo qualche anno, come executive chef al Novecento. Quest’anno Castellana è stato nominato chef emergente dell’Emilia Romagna 2019, assegnato ogni anno dalla manifestazione “Dire, Fare, Sognare”. Determinazione e insieme umiltà sembrano animarlo ai fornelli, dove maneggia ingredienti del territorio e della stagione con la prioritaria volontà di valorizzarli, renderli comprensibili, sposarli fra loro al meglio evitando mascheramenti e voli pindarici.

La cucina
Il menù cambia a ogni stagione e punta sul pesce ma offre quasi in egual misura proposte di carne. Su sette fra i primi e altrettanti secondi, quattro proposte sono di mare e tre di terra. In entrambi i casi un ruolo più che da comprimario in ogni piatto lo mantiene sempre l’orto. Abbiamo assaggiato delle freschissime mazzancolle crude, salsa di cachi e mela verde. Quindi delle triglie al forno con lamelle di mandorle, servite con broccoli saltati e salsa di lampone. Antipasto di sole verdure in tre consistenze differenti, molto interessante: la terrina di zucca cotta a bassa temperatura, con radicchio arrostito e spugna di farina di castagne. Fra i primi un piatto da ricordare sono certamente i passatelli bianchi spezzati con la razza, sedano e scalogno. In effetti c’è in carta anche “lo scoglio”, definizione emblematica dell’offerta rivierasca, con la quale qui si “gioca”: tanto per cominciare “lo scoglio”, ovvero pesci e molluschi di stagione sta “nascosto” dentro agli appetitosi tortelli, che poi raccolgono un sugo che varia col pescato del giorno, in questa stagione ad esempio vengono serviti con filetti di triglia e ristretto del loro stesso sugo. Fra i secondi il polpo col cavolfiore spazza via il ricordo delle consuete patate in accompagnamento, e acquista piacevolezza con le scorzette di limone caramellato. A fine pasto resta in bocca il gusto di aver mangiato bene senza spendere una fortuna (conto medio sui 45 euro vini esclusi), e la curiosità di provare anche gli altri la voglia provare anche gli altri piatti in carta.

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