Notte Rosa. Cecchetto: “Ecco come rilanciarla”

«Ecco come rilanciare la Notte rosa, la mia ricetta tra sport, cultura e radio». Torna sulla questione che arroventa l’estate il celebre dj e cacciatore di talenti, nonché visit ambassador della Romagna, Claudio Cecchetto, rimarcando che la kermesse «è un brand a disposizione degli imprenditori e non un contenitore di eventi». Proprio martedì scorso Cecchetto ha postato sui profili social l’intervista de Il Corriere di Romagna a Linus, direttore artistico e conduttore di Radio Deejay. In calce il commento: «Anche la Romagna, come tutto il web, ha i suoi hater. Sinonimo di successo. Non ci sono hater se non se non sei sulla bocca di tutti».

Cecchetto, a chi si riferiva con l’espressione “hater della Romagna”?

«La mia era solo ironia per cementare un’affermazione di base: il Capodanno dell’estate resta una manifestazione attesa ovunque, fermo restando che bisogna investire anziché criticare. L’abolizione dell’evento cardine dell’estate è ventilata solo da una fetta minima di riccionesi, non se ne sente parlare altrove. Poi è naturale che, come ogni iniziativa, anche questa sia migliorabile e necessiti di un upgrade dopo quello appena realizzato a livello di immagine, colori e comunicazione. Negli anni passati la festa era scesa sottotono ma d’ora in poi sarà tutta un’altra musica».

Cosa ne pensa della petizione riccionese per mettere al bando la kermesse? In due settimane ha raccolto oltre 500 firme sulle mille previste.

«In realtà a Riccione il concerto all’alba con Paola Turci è stato un enorme successo, a fronte di numerose presenze. La Perla verde costituisce un caso a parte perché è un brand, proprio come la Notte rosa, il che funge da cassa di risonanza per ogni avvenimento. Un’ultima cosa da chiarire, prima di proseguire: il successo della kermesse non dipende solo dalla singola amministrazione ma soprattutto dagli imprenditori che scendono in campo. Detto questo, i riccionesi sono molto divisi, almeno dal punto di vista politico, e forse alcuni pensano che l’opposizione consista nell’avviare una raccolta firme. Due invece le mie obiezioni. Con cosa sostituiranno un evento che ha una funzione specifica? Prima di eliminare, bisogna crearne un altro. E secondo: se un monumento ha bisogno di un restauro, a chi verrebbe in mente di smantellarlo? Parlare di 500 firme in Riviera equivale a una goccia nel mare o a un condominio che si ribella lungo 110 chilometri di costa. Tradotto: far polemica mi sembra proprio una cattiveria gratuita».

Linus parlava di un modello poco efficace, giunto al capolinea da prima della pandemia.

«Cosa significa modello poco efficace? La Notte rosa è un pretesto, un logo e anche un brand, mica un contenitore di eventi. Come brand dipende dagli imprenditori proprio perché è un’opportunità a loro disposizione. Quindi ben vengano le critiche, purché costruttive. Nell’attesa puntiamo i fari su quel che ha funzionato ossia la stragrande maggioranza delle proposte: da Ravenna che a Mirabilandia ha registrato 12mila presenze a Gatteo mare dove “Le vibrazioni” hanno riscosso grandi consensi. Dati alla mano, la flessione generale che in Italia ha caratterizzato quel weekend non ha sfiorato la Notte rosa. Dunque il discorso è un altro».

Cioè?

«Bisogna cambiare mentalità specie sul capitolo merchandising e addobbi. All’arrivo di ogni dicembre l’italiano medio riesuma dalla cantina un albero di Natale sintetico, vecchio di decenni. In tanti hanno abbracciato la stessa scelta per la cornice della stagione tirando fuori drappi e nastri rosa risalenti a 18 anni fa. Peccato che nel frattempo sia cambiato anche il colore che ora è ben più acceso e moderno. Oltre al danno la beffa, quindi. Ci si lamenta dei venditori abusivi ma sono gli unici che hanno colorato le serate con cappellini e collane. Riguardo al colore, nel 2006 impazzava la Notte bianca e la Riviera scelse il rosa anche in omaggio alle donne. Ora la tinta è carica di un senso trasversale di fluidità che si capirà meglio col tempo. Intanto tra gli scenari possibili, incrociare le braccia restando inermi non è proprio il massimo della vita. Se si vuole rivalutare una manifestazione storica, si riesce, basti pensare al Festival di Sanremo, giunto alla 73ª edizione».

Il film su Barbie ha sbancato il botteghino: fosse uscito prima della Notte rosa sarebbe valso da traino seppur casuale?

«Senza dubbio sarebbe stato un appiglio non indifferente. Il successo della pellicola conferma che questo colore piace a ogni età e in tutte le gradazioni».

Intende aprire anche ad altri circuiti dell’intrattenimento, dai cosplay allo sport?

«Tutte le idee sono benvenute affinché il weekend diventi un pretesto per far qualcosa di diverso magari fornendo visibilità alle novità. Dal canto mio metterò a disposizione radio Cecchetto. Quest’evento è sinonimo di vacanza e divertimento e dà il via all’estate, raccogliendo il testimone del Festivalbar. Ci sono tre giorni e altrettanti notti da vivere come pretesto per dar spazio alle proprie passioni: dallo sport alle manifestazioni culturali sino ai giri enogastronomici nell’entroterra con pedalata finale per smaltir calorie. Perché, al netto delle polemiche, la Notte rosa assuma i contorni di una splendida vacanza».

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