"Noi taxisti riminesi, nella morsa di un traffico paralizzato"

Archivio

«Vorrei che fosse chiara una cosa: con il traffico che c’è a Rimini e con centinaia e centinaia di clienti che ti chiamano allo stesso orario, la mattina per andare in fiera e la sera per tornare in hotel, come facciamo a trasportare tutti? Facile prendersela coi taxisti. Quando, invece, i problemi sono altri».

Alessandro Taranto, presidente della cooperativa Taxi di Rimini replica piccato alle critiche sollevate dal presidente della Confcommercio, Gianni Indino e sciorina una serie di criticità che incidono sul lavoro di chi opera quotidianamente su strada. Sottolinea Taranto: «Siamo 70 taxisti a Rimini. E solitamente problemi non ce ne sono. Le cose, però, cambiano davanti ai grandi eventi, come appunto la Fiera del turismo, quando il servizio si concentra in determinate fasce orarie e soddisfare, in contemporanea, le richieste di così tanta gente non è facile e agevole. Non è però solo questo ad incidere sull’efficacia del servizio». Il rappresentante dei taxisti, allora, punta il dito su uno dei problemi principali di Rimini: il traffico. «Sapete tra le ore 17 e le 20 quante corse sono riuscito a fare nelle giornate del TTG? Due: fiera-hotel carico, hotel-fiera scarico, poi di nuovo fiera-hotel carico. Niente più. Tra l’altro imbottigliato nel traffico, col bus numero 10, spesso davanti, quasi sempre vuoto. Questa è la verità. Altro che disservizi causati dalle auto bianche. Sarebbe opportuno che chi ci attacca analizzasse meglio la situazione e osservasse i problemi a 360 gradi e non solo col mirino puntato contro di noi».


I colleghi riccionesi

Un lavoro duro quello degli “autisti” riminesi. In particolare dopo la creazione del Parco del mare e la modifica del traffico, col doppio senso di circolazione su viale Vespucci: « D’estate per portare un cliente da piazza Tripoli al grand Hotel impieghiamo venti minuti. E’ normale questo? E sapete perché? Perché dobbiamo attraversare viale Vespucci, sempre paralizzato, tra bus e auto. Dove, peraltro, non sappiamo nemmeno dove fermarci per caricare un cliente che magari ritarda a scendere dall’hotel.
Ecco allora la necessità di passare per via Tripoli, via Roma e via Destra del Porto, tre, quattro, chilometri in più da fare per velocizzare la corsa. Un cliente milanese ad agosto mi ha detto: Rimini è una piccola città con un traffico da metropoli. Ha proprio ragione». In conclusione la stoccata ai colleghi riccionesi. «Sarebbe opportuno che i taxisti di Riccione si recassero anche loro in aeroporto a prendere i clienti. E non si limitassero a servirli solo in fase di accompagnamento, peraltro scaricandoli sulla Statale. Capisco che pagare 2,50 euro di pedaggio al Fellini non è piacevole, ma noi lo facciamo. Perché loro non dovrebbero?».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui