Bisoli e quei 5 minuti di troppo

Cesena

CESENA. Al paradiso o all’inferno, ma sempre all’ultimo respiro. Poche cose riempiono di infinita gioia, o di enorme delusione, come i gol allo scadere. Segnati e incassati, sono il rovescio della stessa medaglia. E il Cesena di Bisoli come se la cava quando arriva il momento decisivo delle partite? Non benissimo. Ecco perché.

Regole del gioco. Prima di tutto: cosa si intende per gol allo scadere? Non esistono confini prestabiliti della famosa “zona Cesarini”, quindi per comodità sono stati inclusi nella speciale classifica quei gol arrivati dopo il minuto 85 (recupero incluso). Un gol viene considerato decisivo se cambia il risultato finale: dalla sconfitta al pareggio oppure dal pareggio alla vittoria (e viceversa: dalla vittoria al pari, dalla ics alla sconfitta). Ciò detto, passiamo a esaminare i due campionati e mezzo di marca bisoliana in B.

La cavalcata. Nella stagione del trionfo targato Giaccherini e Parolo, Do Prado e Antonioli, si registrano curiosamente i dati più equilibrati. Anche se la partenza fu da brividi: bianconeri beffati subito dal gol di Viola in Cesena-Reggina 0-1 (minuto 87). In quella stagione ci fu un’altra partita densa di delusione: Cesena-Crotone 0-2, quando le reti di Morleo (93’) e Degano (95’, ma non decisiva) zittirono il Manuzzi. Equilibrio, si diceva: il Cavalluccio andò a segno 4 volte in zona Cesarini, sempre per arrotondare il risultato. Fece poker Giaccherini contro il Frosinone (4-0), sigillò Bucchi a Reggio Calabria (1-3) e scolpirono il finale Djuric col Mantova (3-1) e Malonga a Frosinone (0-2). Tutti ricordano la fantastica doppietta di Mimmo al Via del Mare, ma i gol arrivarono prima dell’85’, quindi non validi per questa analisi.

La salvezza. Il ritorno di Bisoli coincide con un’altra missione: salvare una squadra disastrata. Non è un caso che nella passata stagione i gol subìti nel finale abbiano doppiato quelli fatti: 8 a 4. L’anno scorso però arrivarono anche le prime urla di gioia dei bianconeri: iniziò Rodriguez contro il Grosseto all’89’ (3-2), proseguì Succi con la pennellata a trafiggere la Ternana al 90’ (1-0). Tre le beffe: il colpo di testa di Troest, con Ravaglia colpevole, in Varese-Cesena 3-2 (89’); e i due gol del Bari nel 2-1 del San Nicola: il pareggio di Caputo all’88’, il gol vittoria di Ceppitelli al 90’. Il Cesena fu anche raggiunto sul più bello sia in casa contro la Reggina (Comi per l’1-1 all’87’) che nella rocambolesca sfida di Lanciano (Falcinelli, complice Belardi, fece 3-3 al 91’).

Il presente. Nella stagione in corso, ci sono già state quattro reti decisive nei finali di gara. Il Cesena però è in forte deficit: ha esultato solo con il rigore di Succi contro il Siena (1-1, 90’). Ma per ben tre volte ha sentito strozzarsi l’urlo della vittoria in gola. Tre volte in vantaggio, tre volte raggiunti: dallo strambo cross di Politano con il Pescara (1-1, 88’), dall’incornata di Rubino a Novara (1-1, 89’); e dalla zampata di Perez col Cittadella (2-2, 85’). Non decisive la rete di Succi e quella di Çani in Cesena-Carpi 4-1.

Morale. Facendo due conti, nelle due stagioni e mezzo di B bisoliana, il Cesena in zona Cesarini ha segnato 10 volte, ma solo 3 sono state decisive per cambiare il risultato (due vittorie e un pareggio), mentre 7 sono stati i gol ininfluenti. Per contro, addirittura 17 le reti incassate: di cui ben 10 decisive (5 hanno portato alla sconfitta). Insomma, il Cesena raramente è in grado di svoltare il match nei finali di gara, e quando il risultato cambia, spesso cambia a sfavore. È vero che i bianconeri spendono sempre molto durante le partite, arrivando di frequente con poche energie nel finale. Ma occorre fare attenzione, poiché il rischio di dare un calcio al secchio del latte è sempre dietro... il calcio d’angolo.

 

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