Cesena, c'è il futuro in ballo

Cesena

CESENA. Oggi alle 13.30, nell’ufficio del sindaco Paolo Lucchi, ci sarà un incontro importante per il futuro del Cesena. Un meeting nel quale la società presieduta da Giorgio Lugaresi ripone molte aspettative. Al tavolo, oltre a Lucchi e a Lugaresi ci saranno altri 3 o 4 soci del club bianconero. Non ci saranno invece Rino Foschi, che in mattinata salirà a Milano per cercare di chiudere le operazioni con il Livorno per Belingheri e con l’Atalanta per Gagliardini e Marilungo, e Massimo Bulbi, il presidente della provincia che ha un impegno istituzionale a Roma e che comunque ha fatto sapere di essere pronto a fare la sua parte.

Lo scenario. Quello in programma oggi all’ora di pranzo è il secondo incontro ufficiale tra sindaco e presidente dopo il ritorno in sella di Lugaresi. Il primo avvenne l’11 febbraio scorso, quando una quindicina di imprenditori accolsero l’invito di Lucchi e Bulbi e si presentarono a palazzo Albornoz per ascoltare la proposta di Lugaresi. In quell’occasione, ci furono 4-5 aziende che decisero subito di dare una mano: chi con importanti sponsorizzazioni e chi entrando nella Cesena&Co, tipo la Anseme di Mauro Urbini, nominato di lì a un paio di mesi vice presidente. Oggi come allora, l’Ac Cesena è sommersa dai debiti, che però negli ultimi 11 mesi sono stati aggrediti, in parte abbattuti e in parte spalmati. C’è un piano di rientro e ci sono 12 soci che si stanno sbattendo per garantire il presente alla squadra più importante della Romagna. Però il futuro è nebuloso e senza aiuti esterni, si farà fatica ad andare avanti (a meno di una promozione in A). Come potrebbe “spendersi” il sindaco per dare una mano al Cesena? Magari provando ad organizzare un nuovo tavolo con la fertile imprenditoria locale, per la quale il Cesena ha sempre rappresentato un biglietto da visita importante.

Le speranze di Lugaresi. Così Giorgio Lugaresi alla vigilia di questo incontro: «Io mi aspetto che il sindaco faccia quanto promesso un anno fa, quindi ci dia una mano a trovare ossigeno dalle aziende. Noi non chiediamo soldi al comune o ai cittadini, chiediamo il sostegno dell’imprenditoria. Non è necessario che le aziende entrino in società. A noi, ad esempio, andrebbe più che bene una sponsorizzazione pluriennale garantita, in modo tale da riuscire ad ottenere nuovi mutui o finanziamenti dalle banche. Altrimenti non abbiamo più la forza neppure per respirare. Questa società, nonostante i debiti, si può sanare, però serviranno 10 anni. A meno che non si riesca ad andare in A. Ma se non troveremo imprenditori disposti a sostenere un’eccellenza della città come il Cesena e invece mi arriverà un’offerta per Renzetti, a quel punto lo cederò, finendo per indebolire la squadra».

 

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