Nessuno come Walter Schachner

Rimini

 

CESENA. «No, non fatemi la multa». Era iniziato male il pomeriggio di Walter Schachner a Cesena ospite di “Cesena per Sempre”.

Un selfie con il Bisonte. Il tempo di parcheggiare e scendere dall’auto che due agenti della polizia municipale si sono diretti verso il Bisonte austriaco il quale ha temuto il peggio. Invece sotto la divisa batteva il cuore di due tifosi bianconeri che hanno chiesto di farsi una foto con uno dei più amati giocatori della storia del Cesena. È iniziato così il rito dei selfie da parte dei tanti tifosi e vecchi amici che lo aspettavano per riabbracciarlo dopo tanti anni. Sono spuntati fuori poster, album, cartoline, maglie, vecchie foto rispolverate per l’occasione e che Schachner ha autografato uno ad uno. Ci sono voluti quasi quaranta minuti per compiere le poche decine di metri che separano il parcheggio dall’ingresso dell’aula magna di Psicologia. Oggi Schachner sarà in tribuna per Cesena-Inter e verrà premiato in campo dall’associazione “Cesena per Sempre” prima della gara.

Che buoni gli strozzapreti. Accompagnato dalla moglie Connie, Walterone ha ricordato i due anni trascorsi in Romagna dal 1981 al 1983: «Quando arrivai non conoscevo una parola di italiano e la società mi affiancò un giovane giocatore sudtirolese di nome Sega, che durante il ritiro stava con me in stanza. Abbiamo vissuto un periodo bellissimo a Cesena, dove abbiamo imparato e apprezzato tante cose, come la cucina romagnola, dagli strozzapreti ai “caplét”. A Cesena è nato il nostro primo figlio che fa il calciatore altrimenti sarebbe venuto anche lui. Quando oggi qualche giovane mi chiede qualcosa sulla mia carriera io gli dico di andare su youtube, digitare “Walter Schachner Cesena” e guardare quei filmati».

 

Quante botte con Gentile. Una carrellata dei suoi gol in bianconero (17 in 58 gare) sono passati sul grande schermo dell’aula magna accompagnati ogni volta dal boato del pubblico presente. Impressionanti le sgroppate, non solo gol in velocità o di potenza, ma anche tanti di pregevole fattura e molti assist. «Se facevo questi gol - ha spiegato - è perché avevo una squadra che giocava per me e con me. A quei tempi il campionato italiano era il più bello e il difficile del mondo. Ricordo la durezza di difensori come Ferri, Gentile, Bruscolotti, Collovati, Testoni. Come picchiavano. Ma anche io poi diventai “cattivo” come in quel famoso gol contro la Juventus quando fui io a fare fallo su un difensore (Gentile, ndr). Negli spogliatoi Platini mi fece i complimenti dicendo che ero molto veloce».

 

Ma sa giocare a calcio? A proposito della velocità dell’austriaco il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi (presente in sala con i vice Pransani e Urbini), ha raccontato: «Quando il Cesena prese Schachner, mio padre Edmeo, che era un esportatore ortofrutticolo, chiese ai suoi clienti austriaci che giocatore era. Tutti gli rispondevano che era velocissimo e allora lui domandò “ma sa giocare anche a calcio?”».

 

Erano presenti anche gli ex compagni Giampiero Ceccarelli, presidente di “Cesena per Sempre” («gli abbiamo insegnato anche a giocare a maraffone»), Antonio Genzano, Adriano Piraccini e il sindaco Paolo Lucchi.

 

 

 

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