Il Giro 2015 colora di rosa la Romagna

Rimini

MILANO. Ce ne sarà per tutti, e, soprattutto, ci saranno tutti. L’edizione numero 98 del Giro d’Italia, svelata ufficialmente ieri, propone un percorso duro ma non durissimo che dovrebbe richiamare i principali big delle due ruote, da Contador al fresco campione del Mondo Kwiatkowski, fino, probabilmente, a Vincenzo Nibali.

 

 

Madonna di Campiglio. Rispetto all’anno scorso gli arrivi in salita sono scesi da nove a sei, e solo tre tappe superiori ai 200 chilometri: Grosseto-Fiuggi, Benevento-San Giorgio del Sannio, e Gravellona Toce-Cervinia.

Non mancheranno, tuttavia, le grandi ascese, a partire dal Mortirolo, Montagna Pantani; si scaleranno poi, fra gli altri, il Colle delle Finestre, cima Coppi di quest’edizione coi suoi 2.178 metri e l’ultimo tratto sterrato, l’inedito passo Daone, il duro Col Saint-Pantaleon, e l’Abetone, nella frazione, con partenza dalla Spezia, in onore di Gino Bartali. Gli arrivi in quota di maggior fascino saranno quelli di Cervinia, Sestriere, e Madonna di Campiglio, una località che non può non richiamare alla memoria Marco Pantani: il Pirata nel 1999 vinse a Campiglio la sua ultima tappa, prima di essere escluso, il giorno seguente, per ematocrito alto.

Il dislivello totale non scherza affatto (quasi 44mila metri), mentre la lunghezza complessiva ammonta a 3.841,8 chilometri, suddivisi in 21 tappe, di cui una cronosquadre, una cronometro individuale, cinque di alta montagna, sette pianeggianti e altrettante di media montagna.

Da Sanremo. La corsa rosa, dedicata al commissario tecnico Alfredo Martini, appare fortemente nord-centrica: le prime quattro frazioni saranno in Liguria, a iniziare dalla crono-squadre inaugurale del 9 maggio, la San Lorenzo al Mare-Sanremo, di soli 17,6 chilometri; quindi si scenderà attraverso Toscana, Lazio e Molise per arrivare fino a San Giorgio del Sannio. Di qui, ci si sposterà nelle Marche e si tonerà a far rotta verso Nord, lungo l’Adriatico.

In Romagna. La Romagna ospiterà ben tre tappe, la Civitanova Marche-Forlì, la Forlì-Imola e la Imola-Jesolo. Se la prima, in programma martedì 19 maggio, sarà una frazione per velocisti puri, con una sola asperità, il monte di Bartolo, e poi tutta pianura fino al traguardo di piazza Saffi, la Forlì-Imola (mercoledì 20 maggio) con Trebbio, Casale, Prugno e circuito dei Tre Monti da ripetere tre volte dovrebbe essere molto più movimentata, adatta a fughe e colpi di mano.

Per Forlì si tratta del nono arrivo di tappa, dopo l’ultimo del 2006, nel segno di Robbie McEwen, mentre da San Mercuriale la carovana rosa è partita sia nel 2008 sia nel 2009.

A Imola, invece, il Giro manca dal 3 giugno 1992: questa volta il traguardo sarà posizionato nell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari”, e il giorno seguente, giovedì 21 maggio, lo start sarà dato dalle vie del centro fino all’arrivo a Vicenza. Dopo aver lasciato la Romagna, il programma prevede l’unica cronometro individuale (Treviso-Valdobbiadene) e la Montecchio Maggiore-Jesolo, quindi inizierà la settimana decisiva, con le tappe cruciali che si snoderanno tra Piemonte e Valle d’Aosta (Gravellona Toce-Cervinia e Saint Vincent-Sestriere), precedute da un breve sconfinamento in Svizzera (Tirano-Lugano e Melide-Verbania). Il 31 maggio, la passerella finale da Torino, città europea dello sport 2015, a Milano, sede dell’Expo.

 

Matteo Dall’Agata

 

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