Senni si piega non si spezza e il Giro d’Italia resta l’obiettivo

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CESENATICO. L’obiettivo era e rimane il Giro d’Italia. Nonostante la caduta che gli ha procurato la rottura dello scafoide e del capitato due settimane fa, Manuel Senni guarda ancora con ottimismo all’imminente stagione e alla prossima corsa rosa e lancia un messaggio rivolto alla sicurezza. Dopo tutto Manuel è un lottatore e lo ha sempre dimostrato. Tre anni fa iniziò il Giro con dissenteria e febbre, risalì la penisola con mille difficoltà e riuscì a concludere la corsa in crescita e con ottime prestazioni nelle ultime tappe dolomitiche.

Quest’anno la preparazione sembrava procedere per il meglio, ma il 1° febbraio a Villalta un’auto proveniente da Cesena, in rotonda, non rispetta la precedenza e Manuel finisce a terra, mentre chi lo investe viene rintracciato dalla polizia municipale di Cesenatico poche ore dopo. Per Senni la diagnosi parla di una frattura scomposta allo scafoide, con operazione chirurgica fissata per il 5 febbraio. Gli esiti dell’intervento sono stati positivi, nonostante la frattura si sia rivelata più importante. Oltre a quella dello scafoide è stata evidenziata la rottura del capitato, con schiacciamento dei tessuti cartilaginei: gli sono state innestate due viti permanenti. Per questo, i tempi di recupero per l’atleta della Bardiani-Csf saranno più lunghi del previsto, circa 40 giorni.

Senni, una brutta caduta e brusco rallentamento...

«Purtroppo sì, eravamo tornati dalla Spagna, dal ritiro con la squadra due settimane fa. Ero uscito per andare ad allenarmi verso Pisignano e al ritorno, in rotonda l’auto mi ha tamponato e non sono riuscito più a tenere la bici».

Si è più fatto sentire l’autista della vettura con cui si è scontrato?

«No, non ho ricevuto messaggi o telefonate, quando cercai di rialzarmi attorno a me c’erano solamente le persone che transitavano in quel momento a passeggio. In questo momento la dinamica esatta è al vaglio degli inquirenti».

Argomento quello della sicurezza più volte affrontato, cosa si può fare per migliorare lo scenario?

«Tema affrontato, ma mai risolto da chi forse potrebbe fare qualcosa. Condivido l’idea che è stata lanciata dal nostro commissario tecnico della nazionale, Davide Cassani, di munirsi con un lume rosso a intermittenza da applicare nella parte posteriore della bicicletta. Sarebbe utile poi maggior senso civico e attenzione da parte degli automobilisti quando ci vedono in strada».

Ora ci vuole tanta testa per ripartire in un 2019 a cui tiene particolarmente.

«L’assegnazione della wild card al Giro ha dato grande stimolo ai tecnici e a tutti noi ragazzi che eravamo in ritiro: quest’anno vedendo le tappe la mia intenzione è di presentarmi competitivo».

Anche per dare una soddisfazione al suo Fans Club nato nel 2017.

«Sì, mi ha fatto molto piacere questa nuova organizzazione per sostenermi e appena saputo della caduta tutti mi hanno o chiamato o mandato un messaggio per farmi sentire la loro vicinanza. Aspetto tutti i miei tifosi il 1° marzo alla festa del club».

Che emozione è vedere le magliette rosse del Fans Club alle corse e alle tappe del Giro?

«Mi dà carica, energia e voglia di migliorare».

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