Il Cesena si rimette in moto con la solita idea fissa di vincere

Calcio

CESENA. Quella di ieri mattina a Villa Silvia è stata una rifinitura sotto il sole iniziata con una gara a palla avvelenata (dodgeball per gli amanti dell’inglese e del cinema). Assodato che è molto meglio la palla avvelenata di un derby avvelenato, l’allenamento è finito nel segno delle prove degli schemi su palla inattiva, alcuni piuttosto creativi.

Uno su undici

È la terza gara in otto giorni, ma il Cesena oggi non fa turnover. L’unica variante rispetto alla formazione che ha vinto a Forlì è l’inserimento di Tortori per Tonelli, per un 4-3-3 con Munari e Fortunato nel ruolo di mezzali a circondare De Feudis. Ancora in panchina Biondini, che sta vivendo il suo momento migliore a livello fisico ed è diventato una risorsa a gara in corso.

Beppe Angelini ha tutti a disposizione e molti ottimi giocatori di serie D continuano ad andare in panchina. Di conseguenza, si deduce che questa squadra funziona soprattutto perché ha trovato pienamente un equilibrio interno, con riserve che non giocano ma che remano nella stessa direzione dei titolari, sulla scia di Biondini.

Solo vincere

Vincere è il verbo del campionato, l’ossessione quotidiana del Cesena, che da mesi le vince quasi tutte e adesso buona parte della piazza si diverte anche in D. Poi si diverte perché si vince, quello è chiaro. Angelini riparte da questo verbo e dal finale di gara di Forlì, quando sull’1-1 ha chiuso con un 4-2-4 che poteva esporlo al rischio di un contropiedone finale tipo Matelica: «Invece la scelta ha pagato ed è una scelta che dovevo fare, per una serie di ragioni. Intanto il Matelica continua ad andare forte, in più quando noi diciamo che vogliamo vincere, non devono essere solo parole, dobbiamo dimostrarlo con i fatti. E poi perché dovevo tenermi l’1-1? Mercoledì sera ad un certo punto c’era già chi voleva pareggiare ed era il Forlì, non aveva senso che lo facessimo anche noi. Se loro mettono un difensore e tolgono un attaccante, mi danno un certo segnale di come vogliono fare finire la partita. E allora io metto un attaccante in più, e all’ultimo secondo della partita eravamo nella loro area».

Duello a distanza

Oggi pomeriggio il Matelica ha uno scoglio robusto come il Notaresco, ma anche quello che attende il Cesena non scherza mica. La Jesina non perde da 5 partite e nel girone di ritorno (bilancio di 3 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta) ha perso solo contro la Savignanese: «È una gara molto difficile - riparte Angelini - contro una squadra che ha cambiato molto nel mercato di metà stagione ed è allenata da un tecnico che conosco bene, bravissimo a preparare le partite curando tutti i particolari. Loro sulla carta hanno giocatori inferiori ai nostri, ma hanno gamba, organizzazione, spirito di sacrificio e ti fanno correre parecchio. Per batterli dobbiamo essere come loro e aggiungere la nostra qualità».

Scelte

La stanchezza della terza gara ravvicinata sfiora in parte l’allenatore della capolista: «Per tutta la settimana ho avuto diversi dubbi. In parecchi stanno bene e ci sono tanti ragazzi che meriterebbero di giocare. La nostra fortuna in questi mesi è avere avuto giocatori capaci di mettersi a disposizione e aspettare il loro turno. Ci sono ragazzi come Biondini o Capellini che stanno benissimo, ma pure altri sono in ottime condizioni come Viscomi, Tola, Rutjens o Zamagni. In più De Angelis avrebbe bisogno di tre-quattro gare consecutive con minutaggi importanti per tornare pienamente in forma, ma è ancora tutto in gioco e le urgenze del campionato non ci permettono di guardare in prospettiva. Il Matelica è un grande avversario e 8 punti sono molti, ma possono essere anche pochi. Quindi ditemi pure che da Forlì sono arrivati tre punti fondamentali, ma non mi può bastare. Io spero che me lo diciate anche dopo Cesena-Jesina».

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