Naturelle Imola, si è accesa la spia della riserva. Il ricorso al mercato sembra inevitabile

Basket

IMOLA. I nodi, prima o poi, vengono sempre al pettine. E questa massima vale pure per l’Andrea Costa che, dopo le tre sconfitte consecutive rimediate nell’ultimo periodo e un’infermeria abbastanza intasata, si sta rendendo conto di come non sostituire Patricio Prato diventi più gravoso e limitante per la squadra ogni settimana che passa. Il grande avvio di stagione e qualche vittoria conquistata pure con una, meritata, ma pur sempre buona sorte, avevano forse illuso società e staff tecnico che si potesse andare avanti così.

Ora, a prescindere dal risultato del derby e in generale del prossimo ciclo durissimo di cinque partite (solo quella casalinga con l’Assigeco Piacenza abbordabile sulla carta), la classifica cortissima (nove squadre in soli due punti) e considerazioni di carattere tecnico rendono davvero problematico il non intervenire sul mercato.

Prima i soldi

“Pagare moneta, vedere cammello” diceva anni fa il presidente della Lazio Claudio Lotito, strappando un sorriso ai più, ma evidenziando una grande verità. Prima di vedere il cammello, cioè prima di comprare un giocatore, l’Andrea Costa deve tirare fuori i soldi che, in questo momento, il numero uno Gian Piero Domenicali ha ribadito, con grande onestà intellettuale, non esserci. Vero, come ha dichiarato davanti ai taccuini sabato scorso e pure settimane fa in conferenza stampa che la sua preoccupazione principale (su incarico dei soci) è quella di assicurare la continuità aziendale dell’Andrea Costa, ma Domenicali e i soci stessi sanno benissimo che una retrocessione rappresenterebbe il colpo mortale per un club già indebolito dall’inchiesta della finanza, quindi prima o poi quella moneta bisognerà trovarla. Restare vigili sul mercato è stata la missione assegnata dall’assemblea a Di Paolantonio e Bergamini, e c’è da giurare che lo hanno fatto, poi all’occorenza, parola sempre di Domenicali, di fronte a una dichiarata (dall’allenatore) urgenza, si procederà alla convocazione dell’assemblea e sarà chiesto l’ennesimi sacrificio ai soliti i noti (i soci).

Doppia pista

Insomma, se Di Paolantonio premerà il tasto rosso dell’emergenza, qualcosa l’assemblea e l’Andrea Costa dovranno fare. Lecito chiedersi allora cosa offra in questo momento il mercato: a Imola serve un esterno diverso da Prato, in grado cioè di giocare sia da “2” che da “3”, con più stazza di Magrini (0/8 da tre per lui dopo il 5/9 a Jesi), e dotato dell’energia e dell’atletismo sufficienti per aumentare l’intensità della difesa imolese. Insomma, non un attaccante. Il nome più credibile da spendere è quello di Giorgio Di Bonaventura, guardia-ala classe 1997 (192 centimetri), lanciato proprio da Di Paolantonio a Roseto e ora ai margini delle rotazioni a Latina (3.69 punti e 12’ di media). L’arrivo di Cucci ne ha limitato ancora di più lo spazio, ha come procuratore Puccio La Penna (nella lista pure Di Paolantonio, Magrini e Montanari), non costa tanto e per il suo coach a Roseto si butterebbe pure nel dirupo. Una seconda voce circolante su radio-mercato, seppur molto più complicata, porta all’ex Alex Ranuzzi, ora a Siena (club in forte difficoltà economiche): sulla carta una pedina in grado di far svoltare sul serio la stagione biancorossa, ma sempre sulla carta. E qui i costi aumenterebbero sensibilmente.

Bowers c’è

Notizie positive dall’infermeria. Ieri ha ripreso ad allenarsi anche Tim Bowers, quindi l’unico in dubbio per il derby resta Nicholas Crow, il cui esame al piede è stato spostato ad oggi. Sembra trattarsi di una forte contusione in via di guarigione, ma la lastra chiarirà ogni dubbio.

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