Cascione è già al volante del Forlì. "La carta d’identità non fa testo"
Cascione, che ha scelto il 10 che fu di Tonelli, ha toccato con mano il primo passo con cui il Forlì sta cercando di rinascere emergendo dalle sabbie mobili del fondo classifica: «Nella partita di Santarcangelo ero curioso di capire come questa squadra potesse essere in quella situazione di classifica. Ho visto un Forlì motivato che mi ha parecchio impressionato, il che mi ha ulteriormente convinto nella scelta che ho fatto in seguito. Quella vittoria ha dato positività, quella contro la Jesina è ancora più importante, possiamo fare un grande girone di ritorno».
I Galletti ora hanno ciò che serve anche mentalmente per svoltare: «Ho trovato un gruppo coeso anche fuori dal campo e di grande personalità in partita. La squadra rispecchia già il carattere dell’allenatore, cosa molto importante. E’ compatta e gioca anche bene, la strada intrapresa è quella giusta».
A giro di boa imminente, Cascione trae le prime conclusioni su un campionato sul quale si è ricreduto su diversi aspetti: «Pensavo di trovare un forte dislivello tra le prime e le ultime, un po’ come in B, ma in questo girone tutte le squadre hanno giocatori di qualità e se la giocano. Il Cesena, che ha qualcosa in più degli altri, si sta sudando ogni singolo risultato. Sono rimasto sorpreso dall’organizzazione e dalla personalità dei giocatori, poi pensavo che il gioco fosse più improntato sulla battaglia e sui lanci lunghi invece si cerca molto la disciplina tattica».
Scontata la squalifica, Cascione potrà scendere in campo a Recanati. Non tornerà invece al Manuzzi, avendoci il Forlì già giocato. Ma l’obiettivo “collaterale”, pensando all’amico Agliardi, resta: «Devo assolutamente fargli gol (ride, ndr), così parla di meno».