Santarcangelo, il nuovo ruolo di Galoppa, un manager all'inglese

Calcio

SANTARCANGELO. Prima la promozione a capo allenatore. Poi, addirittura, l’investitura a manager all’inglese. Daniele Galloppa in appena cinque mesi ha bruciato tutte le tappe possibili e immaginabili. E sempre con grande sorpresa. Perché mai a luglio si sarebbe aspettato di diventare l’allenatore del Santarcangelo e mai e poi mai, ad inizio settimana, credeva di dover indossare anche i panni di “direttore sportivo”.

È accaduto tutto dopo le dimissione di Luca Stambazzi presentate alla società gialloblù prima del derby in casa della Sammaurese e poi confermate domenica pomeriggio dopo la sconfitta con la Sangiustese. Galloppa parte proprio da Stambazzi.

«Quando qualcuno lascia un gruppo di lavoro è sempre un grande dispiacere, a maggior ragione quando questo qualcuno lo ha creato praticamente dal nulla. Lo ha detto anche il vicepresidente l’altro giorno, se non ci fosse stato Stambazzi molto probabilmente il Santarcangelo avrebbe fatto fatica a ripartire dopo la retrocessione. Lui, insieme a Stasa, hanno tenuto la barra a dritta anche nei momenti peggiori e questo è un grosso merito che gli deve essere riconosciuto. Poi per quanto mi riguarda non posso che ringraziarlo, è stato il primo a vedere in me le qualità per poter dirigere un gruppo e di questo lo ringrazierò sempre. Gli auguro davvero il meglio perché è una bravissima persona».

Il nuovo compito

Poi si passa al suo nuovo ruolo: «Dico la verità, quando Stasa me lo ha proposto sono rimasto un po’ spiazzato perché non me lo aspettavo. È un grande attestato di stima nei miei confronti che spero di poter ricambiare. Certamente aumenta le mie già grandi responsabilità perché quando alleni un gruppo sei responsabile della sua gestione, non dimentichiamoci che dietro ai freddi numeri c’è molto di più. Oltre a questo ora avrò anche l’incombenza di fare il mercato. È logico che mi auguro che la società mi supporti in questo dando continuità al progetto».

Parlando di freddi numeri, Galloppa cerca di spiegare che cosa sia venuto a mancare in queste nove partire che hanno visto il Santarcangelo uscire sempre senza i tre punti: «É indubbio che abbiamo poca attitudine al gol, lo dicono le cifre e quindi è inutile nascondersi dietro ad un dito però fino adesso, a parte il derby con il Cesena, nessuno ci ha messo sotto. Io ho una mia filosofia che è quella di giocare a calcio».

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