Rimini, Grassi dà 9 settimane ai giocatori: "Cambiate o vi cambierò io"

Calcio

RIMINI. Nove settimane (senza la mezza) per risorgere, nove turni per rimettersi in carreggiata, altrimenti a gennaio si cambierà, e molto. Tranne l’allenatore Leo Acori, che non è in discussione, per il resto del gruppo biancorosso si apre un finale d’anno delicatissimo e tutta la rosa del Rimini si trova ora davanti ad un bivio. Il presidente Giorgio Grassi giovedì sera ha tenuto a rapporto la squadra e lo staff tecnico durante una grigliata alla Grabo. Serata di riflessioni, senza eccessi, nella quale però Grassi ha detto chiaro e tondo come la pensava: «O cambiate voi o vi cambierò io». E si dice che i giocatori se ne siano andati un po’ scossi, perché i toni sono stati educati, ma per nulla concilianti come si pensava alla vigilia.

Il presidente ha ribadito come il futuro professionale di tanti giocatori attualmente in rosa passi da una stagione positiva con il Rimini. Della serie, il Rimini è una chance che va sfruttata, perché fuori c’è un panorama calcistico accogliente per pochi, refrattario per tanti: «E’ giusto che la società cambi atteggiamento – sottolinea Grassi - ho detto con chiarezza che il Rimini Football Club non può fare di più, pensiamo di aver allestito una rosa competitiva, abbiamo lavorato sulla territorialità, sul senso di appartenenza del gruppo al territorio: se questo elementi non fanno la differenza, e non la stanno facendo, vuol dire che qualcosa non va».

Serve dunque una sterzata: «Dobbiamo cambiare rotta nella maniera più assoluta prima che si arrivi alla deriva, al momento in cui, cioè, vincere o perdere non fa differenza: non dobbiamo arrivare all’assuefazione alla sconfitta in un campionato in cui non c’è squadra che vinca facilmente. Nel girone B c’è tanto equilibrio: dobbiamo tornare al sacro furore delle prime tre partite, a questo punto non ci sono più alibi».

Grassi rivela alcuni passaggi del suo discorso ai giocatori: «Ho detto loro che non ci sarà un altro allenatore, nella maniera più assoluta, e che a gennaio, se le cose andranno avanti così, cambieremo molti giocatori, molti si troveranno un’altra destinazione. Siamo noi la società, la società decide e se si va avanti così potrà chiudere la carriera di diversi giocatori a Rimini».

Il presidente continua: «Finora è stata una società babbo, ora diventerà più una società padre (più severa, ndr): sono deluso perché nelle ultime tre-quattro partite non ho visto lo spirito che avevo apprezzato all’inizio, non l’abbiamo giocata alla pari a Imola, con la Giana Erminio, a Gubbio, anche con il Teramo. Fossimo questi, finiremmo il campionato con meno di 20 punti».

Grassi è un fiume in piena: «Noi non molleremo di sicuro, non ci rassegniamo nella maniera più assoluta a un lento declino, o con la buone o con le cattive si dovrà cambiare registro».

Sull’ampio turn-over annunciato per gennaio però Grassi si tiene le mani libere: «Non credo che ce ne sarà bisogno, se non si rimetteranno in riga lo decideremo in quel momento, ma non moriremo e non ci arrenderemo così facilmente: ai tifosi chiedo di venire allo stadio ed aiutarci, ogni risultato utile ci aiuterà a recuperare autostima».

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