Imola, preoccupano la falsa partenza di Crow e i nuovi guai di Prato

Basket

IMOLA. L’Andrea Costa tornerà oggi in palestra per preparare la delicatissima sfida di domenica prossima a Piacenza (sponda Assigeco, ore 18) e lo farà con il fiato sospeso, perché solo domani conoscerà le condizioni del ginocchio sinistro di capitan Prato. Il giocatore italo-argentino, infatti, sarà sottoposto oggi alle 19.30 alla risonanza magnetica e, in attesa della lettura del referto da parte dello specialista, solo mercoledì si capirà il grado di gravità della distorsione subita dall’ex Fortitudo al Pala Dozza. Regna, ripetiamo, un cauto ottimismo negli ambienti biancorossi, ma le manovre di rito condotte sul ginocchio del capitano sabato sera (e che sembrerebbero allontanare l’ipotesi di una rottura) non possono certo avere la valenza di un esame specialistico. E, in ogni caso, l’esterno resterà fuori per qualche partita.

Crow cercasi

Insomma di quello che comporterebbe, pure per il club (a proposito, stasera va in scena l’assemblea dei soci), l’eventuale stop molto lungo di Prato, si penserà se necessario solo da mercoledì in poi. Il presente parla di una squadra uscita bene dalla durissima partenza impostale dal calendario, ovvero con 2 punti in classifica e 40’ più che discreti a Bologna. C’è però una zona d’ombra nell’analisi tecnica di quanto mostrato finora dalla Naturelle, ovvero lo scarso impatto sulle sorti romagnole di Nicholas Crow. Dopo due giornate (nulla, sia chiaro, pensando alle 30), l’esterno riminese viaggia infatti a 5.5 punti di media, con il 13% da 3, statistiche che non rendono onore alle sue qualità, all’investimento fatto da Imola in estate (centralissimo nel progetto targato Di Paolantonio) e pure alla grande attesa da parte di tutti gli addetti ai lavori per la sua stagione. Certo, Crow viene da un periodo difficile a livello fisico (infortunio alla caviglia) ed emotivamente dispendioso (il 2 ottobre è nato il piccolo Gabriel), però sembra non aver ancora trovato il proprio posto all’interno dei meccanismi offensivi biancorossi. E, forse, il nodo sta proprio nel suo Dna cestistico: l’ex Pesaro è prevalentemente un attaccante, ma alla resa dei conti (e l’utilità di Magrini lo dimostra) questa squadra ha bisogno di un 3 che le dia solidità difensiva e lavoro sporco. Crow, insomma, deve adattarsi all’Andrea Costa e non viceversa.

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