Agliardi atto secondo. "Di nuovo qui perché ho il Cesena dentro"

Calcio

CESENA. Chiedimi se sono felice, è l’invito che arriva direttamente dal volto di Federico Agliardi. Che a 35 anni, dopo una quindicina di stagioni trascorse tra i pali di squadre di Serie A e Serie B (253 partite ufficiali tra i professionisti, tre delle quali in Europa League con il Palermo), si cala in questa realtà chiamata Serie D con carica, determinazione ed entusiasmo: «Perché sono qui? Perché ho Cesena dentro. Ho sempre detto, già da quest’estate, che per Cesena non avrei fatto questione di categoria. Dirò di più, alla mia età certe sfide, proprio perché avvengono in una categoria inferiore a quelle che ho frequentato in questi anni, danno stimoli ulteriori. Ora che torno ad indossare la maglia bianconera, mi sento fiero ed orgoglioso ma in particolare sono desideroso di dare il mio contributo per riuscire a riportare la città di Cesena e questa tifoseria là dove devono stare».

La firma è arrivata dopo una trattativa lampo: «Sì, ci siamo accordati in poco tempo, trovare la quadra non è stato affatto un problema. Il direttore generale Martini è stato chiarissimo, illustrandomi esattamente quello che sarà il mio ruolo e io ho sposato in pieno la causa: se meriterò di giocare, giocherò, se dovrò andare in panchina, andrò in panchina. Io, Beppe, il Biondo (riferendosi a De Feudis e Biondini, ndr) e anche gli altri più esperti che ancora non conosco dovremo fare la differenza nel quotidiano, dando l’esempio in ogni allenamento. Il mio pane, ad esempio, sarà anche quello di mettermi in competizione con gli altri portieri, per aiutare tutti a crescere. Insomma, io sono carico a mille e non vedevo l’ora di poter rientrare». Dalla porta principale, verrebbe da dire, visto che domenica il Cesena Fc disputerà la prima partita della sua giovine storia al Dino Manuzzi. Con il debuttante Agliardi che non arriva del tutto impreparato alla categoria: «Mi sono allenato una decina di giorni a Savignano e poi un mese a Santarcangelo e ringrazio tanto le due società per avermi ospitato e trattato come fossi uno di loro. Oltre ad avermi permesso di essere fisicamente a posto, queste due brevi avventure mi hanno fatto capire qualcosa della Serie D. Mazzone diceva: la Serie C è gambe e gambe, la Serie B è testa e gambe, la Serie A è testa e testa. La Serie D, per uno che arriva da sopra, è una categoria scivolosa, in quanto bisogna restare con la testa dentro la partita per 95 minuti: la velocità del gioco è inferiore, però è inferiore anche la qualità e quindi c’è maggiore probabilità di errore da parte di chi sta in campo. Per questo un portiere non deve mai staccare».

Agliardi fa poi una lista di “buoni propositi”: «Quella che inizio a vivere è una situazione nuova, però io sono per natura ottimista. Se dovrò fare la chioccia, la farò perché in un gruppo deve vincere il bene comune e nel nostro caso il bene comune è il Cesena, che dobbiamo far tornare a risplendere su altri palcoscenici. Sul fatto che in estate il Cesena avesse scelto di partire con un portiere giovane, beh, io non porto rancore: avevo capito le decisioni prese dalla società e le avevo accettate. Però nel calcio, come nella vita, può succedere che cambi tutto da un momento all’altro. Così è stato e io sono contentissimo di essere di nuovo qui».

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