Fabio Scozzoli si prende un bronzo con la staffetta

Imola

IMOLA. Ha aspettato sei anni per conquistare la medaglia numero 200 dell'Italia al campionato Europeo. L'uomo giusto al momento giusto, Fabio Scozzoli ristabilisce il suo feeling con il campionato continentale che lo aveva visto quattro volte sul podio in due edizioni fra il 2010 e il 2012 e poi più nulla fino a ieri quando ha messo al collo la medaglia di bronzo in una finale rocambolesca nella staffetta 4x100 mista mista che da Tokyo 2020 sarà specialità olimpica.

Una frazione a rana da 59”46 lanciato ha permesso all'Italia di restare a galla dopo una partenza non straordinaria di Margherita Panziera, poi Di Liddo bene a farfalla e il recupero finale di sua maestà della velocità Alessandro Miressi, contro un manipolo di ragazze che nulla hanno potuto contro il gigante azzurro. La medaglia di Fabio Scozzoli, che arriva un'ora dopo la delusione per il quinto posto (l'ennesimo piazzamento ai piedi del podio) è importante per le statistiche della Romagna che nuota perchè si tratta della quinta edizione consecutiva degli Europei con almeno una medaglia romagnola: otto anni di grande nuoto.

«Sono passati sei anni ma alla fine io non sono abituato a guardare indietro, anzi voglio guardare avanti e sperare che questa medaglia sia l'inizio di un nuovo percorso. E' bello gareggiare con ragazzi giovani che hanno entusiasmo e anche freddezza come è accaduto oggi (ieri ndr). Ognuno ha fatto il suo, sapevamo di poter valere il podio ed è bello aver centrato l'obiettivo. Volevo questa medaglia per riprendere un discorso interrotto un po' di tempo fa e per caricarmi per la mia gara più attesa, i 50 rana. Questo risultato mi toglie un po' di pressione: fare la staffetta, sapere di rappresentare l'Italia è sempre difficile. Senti la responsabilità nei confronti dei tuoi compagni e di tutta la squadra, mentre quando gareggi da solo sai che devi rendere conto solo a te stesso».

Un trampolino di lancio, il bronzo di Glasgow, anche in prospettiva olimpica. «E' una gara in più, una possibilità in più per tutti noi di gareggiare ed entrare nella storia perchè vincere una medaglia all'Olimpiade è questo. Francamente non capisco perchè questa gara sì e i 50 delle varie specialità che ai Mondiali si fanno da molto più tempo no, ma ne prendo atto».

L'altro volto sorridente romagnolo è quello di Carlotta Zofkova. Come al primo Europeo, quello di Debrecen, arriva la seconda finale ma stavolta con un crono da stropicciarsi gli occhi: 59”88, record personale e prima volta sotto il minuto. «E' il caso di dire finalmente – dichiara la dorsista conselicese – quella di Glasgow è la mia migliore versione di sempre, non solo per i tempi ma perchè alcuni meccanismi hanno funzionato alla perfezione e sono convinta di poter migliorare ancora per il futuro. Il lavoro svolto sulla subacquea negli ultimi due mesi a Lodi con Maric sta dando i suoi primi frutti e credo che un po' di quel mezzo secondo che ho tirato giù al mio personale qui sia merito suo. Poi mi sento bene in acqua come mai mi ero sentita prima e questo mi fa ben sperare per la finale. Ci sono dei mostri in finale, per il podio forse servirà un 59” basso e non credo proprio ancora di valerlo ma darò battaglia e spero di fare meglio del solito sesto posto».

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