Ultimo tango a Cesena: Lugaresi, ora o mai più

Calcio

CESENA. La turbolenta estate di passione e di tensione dell’Ac Cesena vivrà tra due giorni il suo momento decisivo. Venerdì mattina nella sede di corso Sozzi andrà in scena il terzo episodio di un lunghissimo cda (cominciato la scorsa settimana), durante il quale le carte andranno scoperte in modo definitivo. Niente più bluff: per coltivare la speranza di restare in vita servono 5/6 milioni di euro. Il piano di salvataggio è complesso e sempre più disperato ma per trasformare la terza risposta negativa dell’Agenzia delle Entrate in un sì, adesso servono soldi perché l’Erario intende vedere le intenzioni. Il presidente del Cesena e i suoi soci non intendono mollare: si sono appoggiati a un nuovo gruppo di fiscalisti e professionisti e hanno iscritto comunque la squadra al campionato di B. Però vogliono evitare un “accanimento terapeutico” inutile e incomprensibile e quindi si sono dati come tempo massimo questa settimana. Per ottenere il sì dall’Agenzia delle Entrate (unica possibilità di salvezza) al Cesena servono o soldi cash o un finanziamento: eventi che farebbero gridare a un miracolo al quale non crede ormai più nessuno, pur essendoci stati negli ultimi giorni un paio di contatti con soggetti disposti a finanziare l’operazione. Se non si dovesse trovare una soluzione, Lugaresi potrebbe definitivamente rassegnarsi e portare i libri in tribunale, facendo calare il sipario sui 78 anni di storia dell’Ac Cesena. «Non abbiamo avuto nessun riscontro - ha spiegato ieri sera Lugaresi - ma abbiamo solo fatto qualche altro ragionamento. Venerdì ci ritroveremo in sede, poi andremo verso una decisione definitiva».

Nuova frecciata

Nel rispondere a un tifoso su Facebook, ieri Lugaresi ha ribadito che «i debiti ammontano a 52-53 milioni: i 20 in più sono autoliquidanti con la camera di compensazione della Lega, dove ci sono 20 milioni di crediti. E con la ristrutturazione del debito e l’aumento di capitale sarebbero scesi a 25-26, decisamente sopportabili». Poi ha aggiunto: «Faccio mea culpa senza dubbio e non mi attacco a chi ci poteva aiutare ma non l’ha fatto, ma a chi ci aveva promesso di farlo e poi è sparito». In serata ha spiegato la frecciata: «Mi riferivo - ha spiegato - a chi aveva dato disponibilità e poi non si è fatto più trovare, cioè alla nostra amministrazione».

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