Cesena, la pec non è arrivata ma il destino appare segnato

Calcio

CESENA. In linea con lo stillicidio di rinvii che ha caratterizzato tutto il mese di giugno, nemmeno ieri è arrivata la pec dell’Agenzia delle Entrate con la risposta all’Ac Cesena sul piano di abbattimento del debito fiscale da 34 a 20 milioni. Una risposta che tutti i segnali danno per negativa. Un’ultima battaglia in extremis delle ragioni del Cesena è stata portata avanti con forza lunedì pomeriggio dal direttore finanziario Christian Dionigi, in un lungo incontro a Bologna che a quanto risulta è durato quasi tre ore.

Al di là delle tesi portate avanti dal Cesena, per il no dell’Agenzia delle Entrate (atteso a questo punto per oggi, ma il dubitativo ora è d’obbligo) ha senza dubbio influito anche il clima delle ultime settimane, con la lente della giustizia sportiva e di quella ordinaria puntate ormai in pianta stabile sul Cavalluccio.

Attesa rimandata

Ieri il presidente Giorgio Lugaresi e alcuni soci si sono ritrovati nello studio dell’avvocato Fanti per fare il punto della situazione e soprattutto per aspettare i dettagli di un responso negativo dell’Agenzia delle Entrate. La pec invece non è arrivata, ma in ogni caso non sono attese sorprese positive dell’ultima ora.

Nell’attesa, la società non ha pagato le tre mensilità di marzo, aprile e maggio ai tesserati (importo totale 1.7 milioni), visto che il valico decisivo era costituito da una pec positiva. «Aspettiamo di leggere nel dettaglio la risposta che ci arriverà via mail - ha detto ieri sera Lugaresi - e poi ci comporteremo di conseguenza con una presa di posizione ufficiale. In particolare, prepareremo con i nostri legali una dettagliata cronistoria di tutto il nostro percorso di questi mesi, per spiegare bene una volta per tutte il nostro grande sforzo per cercare di salvare la società».

Spirito dei dipendenti

I soci del Cesena erano pronti a pagare anche in ritardo gli stipendi ai tesserati (il termine ultimo era ieri), sopportando una penalizzazione certa in classifica e anche le traversie giuridiche estive all’orizzonte. Ma per sopportare tutto questo e continuare a lottare, ci voleva un via libera dell’Agenzia delle Entrate che invece non non arriverà, spegnendo di fatto ogni speranza.

Resta ora da capire come si comporterà il cda in quella che si profila a questo punto come l’ultima settimana di vita dell’Ac Cesena. Nel caso il tramonto definitivo arrivasse nel week-end, ci sarebbero tempi tecnici meno stringenti per provare a ripartire con un soggetto nuovo.

Quella di ieri è stata una giornata di lavoro come tante altre per i dipendenti non sportivi, a cui la società proprio ieri ha corrisposto un mese e mezzo di stipendio (metà marzo e aprile) per dare un concreto segnale di vicinanza. Uomini e donne lontani dai riflettori che non hanno mai mollato, animati da un senso di appartenenza che ha sempre caratterizzato il Cesena. E allora ieri mattina erano regolarmente presenti i due giardinieri a Villa Silvia, tutti al lavoro gli otto addetti allo stadio Manuzzi (escluso lo storico magazziniere Angeli, in ferie), assetto praticamente-base anche in sede in Corso Sozzi, con sette persone al lavoro in ufficio. Tutti dipendenti che dopo i gol-salvezza di Moncini, per settimane sono rimasti legate all’arrivo di una pec per sapere se l’Ac Cesena avrebbe avuto ancora un presente. L’attesa sta per finire e non sarà ripagata da buone notizie.

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