«I punti-salvezza dobbiamo farli noi, non sperare che non li facciano gli altri»

Romano Perticone, nella prima settimana-chiave del girone di ritorno sono arrivati 5 punti. E’ un bilancio che la soddisfa?

«Che si possa fare e puntare sempre al meglio è chiaro, perché non sarebbe corretto sentirsi appagati, soprattutto nella nostra posizione. Detto questo, erano partite delicate e anche difficili. Nessuno avrebbe pensato a una vittoria in trasferta e due pareggi in casa, ma io vado oltre ai risultati e ai punti: in tutte le tre gare abbiamo dimostrato di essere vivi. E poi, sinceramente, non siamo neppure stati molto fortunati: nelle due gare al Manuzzi abbiamo affrontato squadre che non giocavano da 10-15 giorni».

Non era lecito attendersi qualcosa di più contro il Carpi? E soprattutto: quanto hanno pesato le tre gare ravvicinate?

«Contro Spezia e Pro Vercelli abbiamo giocato due ottime partite, con il Carpi è uscita un po’ di stanchezza. Credo fosse legittimo. Però io mi aspettavo una gara così difficile, perché il Carpi gioca come noi e quella filosofia può darci fastidio».

Per la prima volta Castori si è lamentato del campo. Giocare in casa, da questo punto di vista, è diventato un problema?

«Sono sincero: il campo fa semplicemente schifo. Ma questo non sarà mai un alibi».

Perché il Cesena non è mai riuscito a vincere due gare di fila?

«Beh, non so quante squadre che lottano per salvarsi ce l’abbiano fatta, a parte il Foggia. Al di là di questo dato statistico, io dico che non abbiamo mai mollato e soprattutto che, in ogni gara, non abbiamo mai sbragato. Questo è un ottimo segnale».

Un anno fa, di questi tempi, il Cesena aveva addirittura due punti in meno ma chiuse con un passo da play-off. Oggi cosa serve alla squadra per cambiare marcia?

«Intanto questo campionato è molto più difficile, ci sono tutte squadre agguerrite, attrezzate e in pochi punti. Noi dobbiamo pensare di salvarci all’ultimo secondo dell’ultima partita contro la Cremonese. Commetteremmo un grave errore se pensassimo di tirarci fuori vincendo semplicemente un paio di gare, magari ravvicinate».

Da tre mesi fa il terzino, quasi sempre a sinistra. E’ un ruolo che sente suo?

«Quando indossi un vestito che non fa parte del tuo stile, all’inizio ti senti diverso e un po’ spaesato. Poi prendi confidenza e te lo metti volentieri. Traduco: mi sto adattando e penso anche di averlo fatto sempre volentieri. Per me non è un sacrificio fare il terzino sinistro».

Quindi il ruolo non è un problema?

«No, perché io in campo mi sento innanzitutto un operaio».

Aspettando i recuperi, su quali squadre fa la corsa in zona salvezza?

«Sul Cesena. Oggi è presto, non possiamo permetterci di guardare gli altri. Sarebbe un grosso errore. I punti dobbiamo farli noi e non dobbiamo sperare che non li facciano gli altri».

Come convincerebbe un tifoso a puntare un euro sulla salvezza?

«Partirei dallo spirito di questa squadra. Il Cesena lotta sempre, è una nostra prerogativa, indispensabile. E su questo non abbiamo mai tradito».

Quanti punti serviranno per salvarsi?

«Non ci ho ancora pensato. E mai ci penserò, sinceramente».

Venerdì sera c’è il Foggia. E’ vero che i rossoneri l’hanno cercata la scorsa estate e anche un anno fa a gennaio?

«Sì, però io mi ritengo fortunato a essere qua e ho sempre desiderato di restare in Romagna. La società mi ha pure prolungato il contratto fino al 2019 e di questo sono molto contento».

Quale sarà l’insidia maggiore dell’anticipo?

«Il Foggia sta bene e l’ambiente è carico. Allo Zaccheria ho pure giocato una semifinale play-off con la Cremonese, ai tempi della serie C, e vi posso assicurare che il fattore campo si sente. Però queste partite e soprattutto questi stadi così caldi spesso ci esaltano».

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