Fabio Scozzoli, orgoglio e disillusione

Rimini

RICCIONE. Un leone in gabbia. Fabio Scozzoli chiude così un 2013 tutt’altro che indimenticabile. Il nuotatore forlivese, che dal 2009 vinceva sempre almeno una medaglia nei grandi appuntamenti internazionali, quest’anno è rimasto a secco, dovendosi accontentare di due record europei nei 50 rana in vasca corta, di quelli che hanno come unico effetto quello di aumentare il rimpianto per i mancati podi a Barcellona ma, non bastasse la delusione mondiale, ha iniziato la nuova stagione con le stampelle per l’intervento al legamento crociato e al menisco, entrambi lesionati a causa di un infortunio occorsogli mentre giocava in spiaggia a freesbee.

Ha visto gli Europei in vasca corta a Herning rosicando e soffrendo, un po’ meno gli italiani di Riccione, di cui, per sua stessa ammissione, avrebbe fatto volentieri a meno anche da sano. «Dico la verità, quelle di Herning erano due medaglie d’oro assicurate - commenta il portacolori dell’Imolanuoto - visti i tempi e il lotto degli avversari, fossi stato anche non al meglio della condizione, potevo bissare il doppio titolo continentale che avevo già conquistato lo scorso anno. Questo, però, è il problema minore».

Quello maggiore è la pazienza che non c’è e che a volte può giocare brutti scherzi. «Ho voglia di tornare a gareggiare, ad allenarmi al cento per cento, mi manca tutto di questa situazione e speravo di affrettare un po’ i tempi - commenta Scozzoli - purtroppo, invece, mi sono accorto sulla mia pelle che i medici hanno sempre ragione, anche sui tempi di recupero. Ci vorranno ancora circa 50 o anche 60 giorni per poter svolgere il lavoro completo, non meno. Io puntavo a riprendere a gennaio ma non sarà così. Ho forzato i tempi e alla fine dopo una seduta di pesi leggermente più pesante mi sono ritrovato il giorno dopo con il ginocchio molto gonfio. Il problema non è il legamento, quello è già a posto. E’ il menisco. E’ lo stesso infortunio che è capitato a Rose dei Chicago Bulls, non si può accelerare più di tanto perché si rischia di ottenere l’effetto contrario».

Scozzoli, comunque, si allena anche se non in modo completo. «Alleno soprattutto le braccia, abbozzo la rana ma non posso usare le gambe ancora per un mese. Sono preoccupato? Un po’. Io ho sempre bisogno di conferme e adesso mi mancano. Tutti mi tranquillizzano, dai medici a chi ha avuto problemi di questo tipo ma io sono un ranista e il ginocchio è un punto delicato del mio corpo, che uso regolarmente per il gesto tecnico della mia gara. Finchè non riuscirò a fare quello che facevo prima, senza limitazioni, non potrò essere tranquillo fino in fondo».

Il ranista numero uno in Italia fissa gli appuntamenti per il futuro. «Una cosa è certa - conclude - fin quando non sarò al cento per cento non farò gare a rana, mi dedicherò ad altro. Gli assoluti primaverili? Questo discorso è proprio rivolto a quell’appuntamento. Non dovessi arrivarci come dico io, non mi iscriverò alle mie gare, ne farò altre, magari, per ritrovare il feeling con la competizione. Poi più avanti parteciperò a più gare possibile in vista dell’Europeo: Sette Colli, meeting vari, Parigi. Voglio gareggiare il più possibile per arrivare al meglio a Berlino. Ho tanta fretta di tornare me stesso ma il traguardo è ancora lontano».

 

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