Rimini-Mestrovic, si può fare. Grassi: «Disponibile a vendere»

RIMINI. Giorgio Grassi apre a Ivan Mestrovic per la cessione del Rimini, un passaggio di consegne che si potrebbe verificare a maggio, a campionato concluso ed “alle giuste condizioni”. Va subito detto che non è l’unico scenario possibile per la società, ma uno dei tre che prefigura il proprietario del Rimini Football Club.

Tre ipotesi

Dopo settimane di voci, sussurri e grida, Grassi esce allo scoperto: «Se in città prevarrà la volontà di affidare il futuro della società alla realtà croata, proprietaria del Santarcangelo, lo faremo. E nell’eventuale passaggio cederò il 90% delle quote. Il ricavato dalla vendita lo donerò alla città sotto forma di borse di studio, interventi sulle strutture tramite una fondazione. Invece terrò un 10% di quote per poi girarlo subito ai volontari che ci hanno fin qui sostenuto. Si chiuderà così un percorso, imboccandone uno diverso ma lo deciderà la città».

La seconda ipotesi per il futuro del Rimini prevede una partnership di rilievo, con una società di serie A, per fare una C ambiziosa. Terza ipotesi: si va avanti da soli, con il supporto che potrà offrire la città (azionariato diffuso), ma con ambizioni più limitate.

«Puntiamo alla serie C»

Grassi spiega: «Un imprenditore di successo come Ivan Mestrovic ha tutto il diritto di portare avanti il suo progetto. È proprietario dell’Osijek, del Videoton, del Santarcangelo, se ha interesse di acquisire il Rimini ha tutto il diritto di proporcelo. Ma anche noi abbiamo il diritto di portare avanti il nostro progetto. La sua idea del calcio è un uomo solo al comando, la nostra idea è quella della comunità, la città e la tifoseria come parti vitali, tutti insieme per fare calcio in modo sostenibile, senza che un imprenditore si debba svenare e finire in un mare di guai. Dunque, anche noi abbiamo il diritto di continuare un percorso, se passasse il messaggio che tra poco Grassi non ci sarà più sarebbe destabilizzante per le 60 persone che a vario titolo, soprattutto volontari, lavorano per la società».

Quindi? «Io fino a maggio ho bisogno che la situazione sia stabile, ho bisogno di raggiungere il risultato massimo e non ce la si fa in un clima destabilizzato. Rispetto i diritti di tutti, ma ci vuole rispetto dei programmi, ci possiamo giocare la promozione in C».

Si arriva a maggio, ma lì, fa capire Grassi, sarà il tempo delle decisioni: «A fine campionato, quando sapremo le nostre prospettive, decideremo; non abbiamo detto di no a Mestrovic. Ho fatto un patto d’onore con la tifoseria, sono pronto a sottoscrivere un contratto con l’associazione Amici del Rimini, in cui ci impegniamo di informarli sulla proposta economica di Mestrovic a fine campionato, con le relative garanzie economiche. E ribadisco che non mi porterò via da Rimini nemmeno un centesimo: tutto il ricavo della vendita andrà alla città. Valuteremo insieme la cessione, ciò che sarà più importante per il Rimini. Se sarà con Mestrovic, venderemo a Mestrovic. Rimini Fc è molto più di un club è una comunità, io esco con onore, i tifosi saranno contenti, voglio evitare che si dica che sono attaccato alla poltrona. Io faccio un dono alla città. Restituisco quello che non è mia proprietà, la storia del Rimini non l’ho fatta io».

Da una parte i croati, dall’altra però potrebbe esserci un cavaliere bianco: «Potrebbe essere la Juventus, l’Atalanta, più saremo belli, più saremo appetibili se andremo in C. Noi con i mezzi attuali potremmo fare solo una squadra per salvarci».

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