«Il nostro mercato? Un terzino sinistro e il recupero di tutti gli infortunati»

CESENA. Ha inaugurato il 2018 in famiglia, con un Capodanno piuttosto sereno chiuso al cinema davanti a Wonder («una storia bellissima che mi ha commosso e che consiglio a tutti»), nella prima (e unica) giornata di gennaio senza cellulare acceso. Da ieri, invece, il telefono di Rino Foschi ha cominciato a squillare come da tradizione. Ma prima d soffermarsi sul mercato, che apre ufficialmente oggi, il direttore dell’area tecnica guarda per l’ultima volta indietro.

Foschi, con quale stato d’animo ha salutato il 2017?

«Calcisticamente non sono stato soddisfatto. Ho cambiato ancora allenatore e sapete cosa significhi per me, però almeno siamo riusciti a centrare l’obiettivo sei mesi fa, un obiettivo che voglio festeggiare anche a maggio».

Quando guarda la classifica del Cesena, cosa pensa?

«Con quello che abbiamo seminato con Castori, ci manca indubbiamente qualche punto. Il mio rimpianto più grande, in questo senso, resta Frosinone, dove avremmo strameritato la vittoria. Poi ci sarebbe anche il 3-3 contro la Salernitana, ma in fondo quella partita fa il pari con Cesena-Foggia».

Cosa ha funzionato meglio nel girone d’andata?

«L’inserimento di Castori. Sapevo che avrebbe dato una scossa così fragorosa, erano le caratteristiche di cui aveva bisogno questo gruppo. La sua carica e il suo carattere hanno fatto la differenza, però non mi aspettavo dei risultati così immediati e due strisce positive, a cominciare da quella di dicembre interrotta a Cremona dopo una partita poco brillante».

Qual è stata la delusione più grande?

«Più che una delusione, direi una grandissima sfortuna: i troppi infortuni, a cominciare da quello di Cacia. L’elenco è lunghissimo e ha colpito tutti i reparti. Non dimentichiamo, ad esempio, che è da un mese che ci manca il cinquanta per cento del nostro centrocampo».

Castori ha risollevato la squadra ma la strada che porta alla salvezza è ancora lunga.

«Fabrizio ha fatto rendere questi giocatori, li ha rigenerati, alcuni sono completamente trasformati soprattutto nell’autostima. Però è innegabile che la strada per la salvezza sia lunghissima, perché tutte le squadre sono vive. Pesano i primi scontri diretti persi a settembre, ma ci rifaremo a febbraio».

Si arrabbia quando legge che il Cesena non ha ancora ricevuto un rigore?

«Sì, moltissimo. Arrabbiarsi non è bello, ma lo faccio da 40 anni ed è più forte di me. Però mi fanno sbroccare ancora di più alcuni rigori inesistenti che ci hanno fischiato contro, a cominciare da Frosinone. Quelli mi fanno imbestialire ancora di più».

Oggi apre ufficialmente il mercato. Al Cesena cosa serve?

«Un terzino sinistro al posto di Eguelfi, un ragazzo sfortunatissimo che abbiamo visto solo a Genova in Coppa Italia prima dell’infortunio. Poi ci servono il pieno recupero di Cacia e degli altri infortunati. Questo è il nostro mercato».

Castori le ha fatto una richiesta in particolare?

«Nessuna. Da quando sono a Cesena, la squadra l’ho sempre fatta in base alle nostre esigenze e alle nostre possibilità».

Alla ripresa vedremo già qualche volto nuovo?

«Per il terzino sto lavorando da diverso tempo ma devo trovare il più bravo che sia alla mia portata, quindi devo aspettare e avere pazienza. Dell’Orco? Il profilo è giusto, il giocatore del Sassuolo ha pienamente recuperato dall’infortunio al ginocchio ma in questi casi c’è sempre un’incognita: il sintetico».

Il ritornello, quando apre una sessione di mercato, è sempre lo stesso: il Cesena deve innanzitutto monetizzare. Sarà così anche in queste settimane?

«Sì. E speriamo di riuscirci. Ma adesso non chiedetemi le cifre, per favore».

Le ultime due finestre di gennaio sono state caratterizzate da due cessioni (Sensi e Djuric) in nome del bilancio. Può succedere la stessa cosa per Dalmonte?

«No, in questo momento non c’è nessuna richiesta. Né per lui, né per Moncini. Devono fare bene qua, anche perché non sono pronti per uscire adesso. Altri sei mesi a Cesena, con Castori, faranno benissimo a entrambi».

L’Empoli ha messo gli occhi su Kone?

«Non mi risulta. L’ho letto su qualche giornale toscano, ma io non ne so niente. Quando ho ceduto Crimi a fine agosto per esigenze di bilancio, ho tolto dal mercato Kone sapendo che mi sarebbe andato a scadenza. Tra l’altro la scelta, dal punto di vista tecnico, è stata giusta, perché Kone, negli equilibri di questa squadra, è più importante di Crimi e sta facendo un grandissimo campionato».

Quanti giocatori partiranno?

«Rigione sta soffrendo, perchè vorrebbe giocare di più: vediamo se trova spazio da altre parti. Poi ci sono alcuni giovani, come Gliozzi, Setola o Maleh, che faticano ad inserirsi e che, per tanti motivi, andranno a farsi le ossa altrove».

Cosa servono, in pieno campionato, quattro settimane di mercato?

«A disturbare gli spogliatoi e a creare troppa confusione. Basterebbero quattro giorni per sostituire gli infortunati o per accontentare chi non gioca».

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