Camplone: «Non voglio alibi, voglio uomini»

Rimini

Andrea Camplone, come definirebbe i suoi primi giorni a Cesena?

«Giorni intensi, in cui abbiamo cercato di dare pochi concetti semplici, senza appesantire troppo la squadra».

Questo è un gruppo di giocatori che va consolato o spronato?

«È un buon gruppo, con tanta voglia di fare e magari anche di strafare, visto che ci danno dentro e nessuno si è lamentato. Gli allenamenti sono cambiati e magari sono rimasti un po’ spiazzati, ma vedo giocatori con voglia di apprendere e con dei valori. Però ci sono solo 10 punti in classifica ed è normale che sia scattata un po’ di paura. Ci vorrà al più presto una vittoria per scacciare i fantasmi».

La rosa è all’altezza per fare bene?

«Beh, questa è una signora rosa. A parte il Verona, ci sono tante squadre più o meno sullo stesso livello e il Cesena come qualità c’è eccome. Sono mancati i risultati, ma c’è tutto il tempo che vogliamo: mancano 30 gare, ci sono 90 punti in palio, c’è ancora un campionato intero da giocare. Non abbattiamoci: non mancano mica due gare alla fine per giocarsi la salvezza. Ci sono delle qualità e dobbiamo metterle in atto».

Ha parlato tanto in questi giorni?

«Sì, tanto a livello di gruppo e con i singoli. La prima cosa che ho chiesto? Non voglio alibi, voglio uomini. I giocatori devono giocare a calcio liberi, con voglia e sacrificio, poi la responsabilità alla fine sarà mia. Se faranno quello che chiedo, io li difenderò sempre».

Le ripetute in salita saranno una costante o è stata un’esigenza della settimana?

«È stata una settimana corta di lavoro, volevamo lavorare sulla forza veloce e le ripetute erano l’ideale. Mi piacciono i carichi naturali (termine caro a Zeman, ndr) e non amo i pesi in palestra. Dopotutto in campo mica ci vai con i pesi in mano: il mio modo di allenare è fatto di poca palestra e molto campo».

Wolski potrebbe partire titolare?

«È un ragazzo interessante e di buona prospettiva, l’ho provato perché potrebbe tornarci utile, ma in un momento come questo, buttandolo subito nella mischia rischierei di chiedergli un po’ troppo».

Può sbilanciarsi sulla formazione iniziale di questa sera?

«Mah, chi è venuto a vedere gli allenamenti un’idea se l’è fatta di sicuro, mica c’è nulla da nascondere. Abbiamo chiuso le porte giusto oggi (ieri, ndr) per provare qualche palla inattiva».

Come si inquadra il Brescia?

«Viene da una brutta sconfitta, ma davanti ha una garanzia come Caracciolo, mentre Pinzi in mezzo è un faro per tanti giovani interessanti che se si esaltano possono creare problemi. Ecco, noi non dobbiamo farli esaltare».

La prima cosa che chiede al Cesena alla palla al centro di oggi?

«Di essere subito presente in campo, con la giusta voglia di fare la partita e aggredire l’avversario. Il mio credo di gioco è questo».

Ciano è una individualità da riscoprire?

«È un ragazzo silenzioso che ha voglia di fare, ma non voglio addossare a un singolo troppe responsabilità. Il singolo magari ti fa vincere una partita, ma è il collettivo che ti fa vincere un campionato».

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