Il Rimini riparte con orgoglio e dignità

Rimini

CORIANO (Rn). Non sarà mai fatto il passo più lungo della gamba. Perché basta un attimo ad accumulare debiti, perché basta un attimo a mandare per aria un’azienda, perché basta un attimo a smettere di giocare a calcio. E’ questo il messaggio uscito dalla conferenza stampa tenuta ieri mattina alla Grabo Balloons, a Coriano, presieduta dal nuovo proprietario del Rimini, Giorgio Grassi.

Niente debiti. Tanti gli argomenti toccati da Grassi, il più centrale riguarda l’argomento debiti: «Non saremo mai oppressi dalla zavorra dei debiti, non dico che ho i miliardi, però alla fine pago sempre il conto al ristorante e se non ci potremo permettere un ristorante a cinque stelle, vorrà dire che andremo a mangiare una pizza al taglio. Qualora un giorno ci rendessimo conto che non potremo più andare avanti, porteremo le chiavi della società al sindaco senza aver fatto morti e feriti. Non metterò mai a repentaglio il lavoro di un dipendente della mia azienda per le questioni calcistiche».

Non a caso la nuova società darà sempre conto del proprio operato con il bilancio che potrà essere consultato ogni tre mesi.

Progetto per 50 anni. Le intenzioni sono buone, l’umiltà che ne traspare è tanta così come la dignità. Tutti ingredienti fondamentali perchè davanti c’è una montagna da scalare ma Grassi non si spaventa anzi il suo vuole essere un progetto a lungo termine, anche 50 anni: «In questo caso ovviamente il tutto sarebbe ereditato dai figli e nipoti, comunque sia la città di Rimini e Rimini in quanto calcio hanno incassato un gol pesantissimo. Ora palla al centro e ripartiamo perché questa partita può essere ancora vinta».

I cinque pilastri. Per riuscire a vincere la partita dove il Rimini parte già in svantaggio, Grassi ha individuato i cinque pilastri: «Società, amministrazione comunale, imprenditoria, tifosi e informazione. A me piace vincere, sono reduce da due campionati vinti su tre, se avremo l’appoggio di tutti quanti sono certo che otterremo grandi risultati, il tutto condito sempre da orgoglio e dignità».

Perchè no alla D. Molti tifosi avrebbero voluto ripartire dalla serie D ma qui Grassi è categorico: «I miei progetti partono sempre da lontano, abbiamo detto no alla serie D in quanto non eravamo pronti. Sono sempre stato dell’idea di costruire prima basi solide e poi crescere. Non ho mai detto che faremo cinque anni di Eccellenza come ho sentito in giro, ripeto, mi piace vincere, però bisogna andare avanti per gradi».

Responsabilità condivise.

Grassi ci tiene anche a sottolineare un altro concetto: «Non ci sarà mai un uomo solo al comando, non ho mai creduto a questa figura, stiamo costruendo un gruppo, questo non sarà mai il Rimini di Grassi o di Santarini».

Tante iniziative. Grassi e i suoi collaboratori hanno in mente una marea di iniziative che se fosse per loro comincerebbero già domani a metterle in pratica: «In questo caso serve l’aiuto dell’amministrazione. Noi vorremmo creare attorno allo stadio un villaggio per ospitare quelle associazioni impegnate nel volontariato, lo stadio va vissuto dalle ore 13 alle ore 19 e vorremmo riqualificarlo all’interno con negozi e ristorante (nel progetto c’è anche di coprire la tribuna distinti, ndr), così come creare un’area per il terzo tempo dove a fine partita si incontrano le due società e le due squadre. Sicuramente la sede sarà da un’altra parte (in via Tripoli, ndr) e a breve incontreremo anche i club».

Santarini e Landi. Poche ma significative le parole del presidente Sergio Santarini e dell’head coach Roberto Landi. «Mi sento un debuttante - spiega Santarini - è la prima volta che ho a che fare con carta e penna, sono felice di vivere questa esperienza».

Quindi Landi: «Porterò qui il mio bagaglio d’esperienza accumulato in giro per il mondo».

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