E se il Rimini ripartisse con Adrian Ricchiuti?

Rimini

RIMINI. Può rinascere un Rimini senza Adrian Ricchiuti? Certo che no. Tanto più in questo momento dove servono i punti di riferimento, le persone che possono fare da trait d’union tra la storia recente biancorossa ed il futuro. Il “Gaucho” non si tira indietro. Impegnato in questi giorni a Coverciano per il corso allenatori, conferma i contatti con due delle 5-6 cordate che hanno in animo di far ripartire il Rimini e che si stanno accreditando presso l’amministrazione comunale. Aspetta un segnale ed è pronto a ripartire.

Ricchiuti, può spiegare chi si è rivolto a lei e per chiederle cosa?

«Due soggetti, in rappresentanza di altrettanti gruppi che hanno come obiettivo far ripartire il Rimini. Conosco chi si è rivolto a me, non chi ci sta dietro, ad entrambi ho dato la mia disponibilità, perché mi sembrava giusto non chiudere le porte a priori, a patto però che siano progetti seri e fondati. Ben venga il poter lavorare a Rimini, soprattutto valorizzando il settore giovanile. Ancora peraltro non conosco i programmi, non so se si vuole fare Promozione, Eccellenza o serie D. Importante che si possa lavorare con i giovani e si faccia ripartire il movimento».

Che effetto le ha fatto il funerale del Rimini di mercoledì sera?

«Tanta tristezza, io ero a Coverciano, mia figlia mi ha mandato il video, che amarezza la mancata iscrizione alla Lega Pro. Ma è ora di cambiare pagina, si deve ripartire da un progetto il prima possibile».

Lo sa che si “sfideranno” 5-6 cordate per rilanciare il Rimini?

«Lo so, anche perché in questo momento prendere il Rimini è un affare, ma dico a tutti che non sarà facile, si deve far ripartire un movimento, riportare la gente delusa allo stadio, riorganizzare il settore giovanile».

Torniamo alle due cordate che si sono rivolte a lei. Che idea si è fatto?

«Si deve valutare, non potevo dire sì ad una e no ad un’altra, l’importante è che siano proposte serie. Rimini in questo momento si aspetta un progetto importante, non una storia che duri un anno, non sarà facile ripartire, ma è anche vero che non possiamo più permetterci errori, la gente è troppo delusa per quanto accaduto».

Rivedremo Ricchiuti in campo o in panchina al Neri?

«Io dopo il 5 agosto avrei anche il patentino per allenare, ma vorrei ancora giocare, magari in prima squadra ed allenare i giovani. Credo di essere nato per fare questo. E vorrei che in questa nuova avventura fossero coinvolti ragazzi che hanno giocato in passato nel Rimini, come Dei, Mastronicola, Bravo. Chi meglio di loro potrebbe contribuire a riportare il calcio che conta a Rimini, gente che è conosciuta da tutti, ben voluta da tutti».

Ma non aveva un impegno con la Fiorita?

«Alan (Gasperoni, il presidente della Fiorita, ndr) sa quali sono i miei progetti, ci ho parlato anche di recente. Sa bene che se non nasce qualcosa di serio ed importante a Rimini giocherò nella Fiorita».

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