Prima mazzata: il Rimini non paga gli stipendi

Rimini

RIMINI. La corda si è spezzata e il tonfo c’è stato. La scadenza del pagamento degli stipendi era stata sempre rispettata, fino a ieri. Quando il presidente De Meis ha alzato bandiera bianca e non è stato in grado di provvedere al pagamento degli stipendi di novembre e dicembre. Nemmeno una lotta contro il tempo, nemmeno quel filo sottile di speranza che in questi casi resta l’unica ancora di salvezza. Si è capito subito, i soldi questa volta non c’erano.

Il Rimini quindi continua la sua stagione disgraziata, perché i problemi societari si riflettono inevitabilmente sul campo e la già difficile situazione di classifica, diventa ancor più complicata considerato che arriverà una penalizzazione da quantificare in uno o quasi sicuramente due punti (uno per gli stipendi non pagati, l’altro per l’Irpef non pagata).

E ora Leo Acori, un maestro nel motivare le sue squadre, dovrà tirare fuori il meglio dal suo cilindro, a livello tecnico ma anche psicologico. Perché solo salvando la stagione sportiva cioè mantenendo il posto tra i professionisti, il Rimini avrà un futuro.

Come si è arrivati alla fumata nera lo spiegherà il presidente De Meis nei prossimi giorni, la realtà è che non c’erano i tempi tecnici per provvedere al pagamento degli stipendi anche contando di chiudere nel più breve tempo possibile la trattativa con possibili acquirenti. In questo caso la Luukap che sta giocando come il gatto col topo. L’obiettivo della società italo-inglese è quello di prendere il 100% delle quote, logicamente cercando di sborsare il meno possibile. Così ieri mattina gli emissari della società italo-inglese hanno fatto il più classico dei dietrofront, lasciando che fosse De Meis in prima persona a gestire la patata bollente degli stipendi, consapevoli che il presidente biancorosso non aveva la disponibilità economica. E così, pur senza comunicati ufficiali, si sarebbero defilati o addirittura spaventati, bloccando la trattativa in relazione a un’ingente mole debitoria del club che sarebbe passata da 1.600.000 euro di dicembre ai 2.600.000 euro attuali.

Insomma, il peggior scenario possibile per le sorti del calcio cittadino. E così De Meis già nelle prime ore del pomeriggio ha riunito i suoi più stretti collaboratori per fare il delicatissimo punto della situazione. Perchè la penalizzazione è certa, ma dovrà essere l’ultima macchia nera della stagione.

E così, come d’incanto, ecco materializzarsi nuovamente la Luukap che continua a lavorare ai fianchi De Meis il quale è pronto all’uscita di scena ma sta cercando la miglior soluzione possibile per il Rimini (o comunque la meno indolore) altrimenti tutti i sacrifici che sono stati fatti (che ha fatto) fino a questo momento saranno stati inutili. Si torna, più o meno, a due anni indietro, quando si parlava solo di debiti e mancati pagamenti. Per la cronaca quell’anno il Rimini tornò in serie D.

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