Guarise, due errori ma il sorriso resta

Rimini

RIMINI. «Sono contento, più di così davvero non potevo fare. Dispiace tantissimo per le cadute, ma pattinare con un ginocchio fuori uso non è facile. E comunque siamo arrivati sedicesimi alla nostra prima Olimpiade, siamo giovani, avremo modo di rifarci sicuramente nel 2018».

Ride Matteo Guarise. Oramai la tensione della gara è alle spalle. La voce, però, ad un certo punto si blocca. Il menisco che un paio di settimane fa ha fatto crac, non gli dà tregua. Un dolore acuto. Costante. Che per un attimo, prima della discesa sul ghiaccio, ha fatto temere anche per l’esercizio. Poi, invece, alle 17.09 eccoli in pista. Lui vestito con un frac nero, Nicole con un body rosso. I visi sono tesi, ma l’inizio sembra rassicurante. Al primo vero ostacolo, il salto triplo, però, Matteo esce dall’asse di rotazione, ma è bravissimo a rimettersi in equilibrio. Qualcosa, però, non va. A casa Guarise, papà Stefano se ne accorge subito. «Ho l’impressione che sia rigido sul ginocchio». Una ventina di secondi e l’impressione diventa realtà: primo lanciato e giù per terra «non ha sbagliato Nicole - dice Silvia Fontana, ex Azzurra a Torino 2006 e oggi telecronista Sky - ma Matteo a lanciarla, si vede che non sta bene ed è già un miracolo che pattini».

Secondo lanciato e seconda caduta. Eppure Matteo e Nicole si rialzano sempre. Pattinano, cercano di non sbagliare più nulla e alla fine, quando la musica termina in dissolvenza, ridono. E forse questa è l’immagine più bella. «Perchè, in fondo, l’importante è partecipare - dice Stefano - e già essere nei primi sedici era l’obiettivo di partenza. Ci sono arrivati con Matteo a mezzo servizio, quindi...». E’ il momento dei voti. La coppia Azzurra saluta e ride poi arriva il verdetto: 43.38 nella tecnica e 44.84 nella valutazione artistica, per un 86.22 che sconta anche i due punti di penalità. In totale 137.86. «Dai, dai che va bene - rassicura tutta la tribù Stefano - peccato per quelle due cadute, ma l’Olimpiade è un qualcosa di eccezionale per un atleta. Adesso pensiamo ai Mondiali di Tokyo». Già, i Mondiali. Chissà se Matteo riuscirà a farli. Marzo è vicino e il suo ginocchio deve assolutamente essere visitato. Nei prossimi giorni arriverà a Milano dove verrà sottoposto a una visita e con lo staff della Nazionale decideranno il da farsi. Intanto, Matteo, il suo sogno lo ha già vissuto e ha scritto una storia indelebile sulle pagine dello sport riminese: lui, il primo atleta, a partecipare ai Giochi a Cinque Cerchi invernali.

 

 

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