Rimini-Forlì, passato glorioso ma conta il presente

Rimini

QUI RIMINI.

Non ci stanno, i Crabs, a fare da vittime scarificali. A consegnare nelle mani del “nemico” un Flaminio che dalle 18 porterà la mente ai fasti degli anni ’90, quando la domenica al basket era un abitudine e il “sold out” una straordinaria consuetudine.

La Nts Informatica sa perfettamente il valore dell’avversario: più forte, più ricco, più “obbligato” a vincere. «Ma si gioca in casa nostra e tutti noi dovremo essere pronti alla battaglia, dare il 100%, morire sportivamente dentro quel rettangolo - non le manda a dire Georgi Mladenov -. I ragazzi sentono la partita, si sono allenati bene, la sconfitta di Oleggio ci ha deluso molto, ma da mercoledì ho visto in tutti voglia di rivalsa, cercando di dimenticare ciò che purtroppo non possiamo cambiare».

Forlì è stata costruita per dominare il campionato e ha nove giocatori “professionisti”, i Crabs diversi giovani del ’97 e ’98 con minutaggi importanti che certe partite non le ha mai giocate. «I derby sono bellissimi, io adoro queste partite, da giocatore non aspettavo altro - continua il trainer bulgaro dei Crabs -. Ci sarà gente, ci sarà tifo, si sentirà l’agonismo. Difenderemo il nome della città di Rimini, questo ci deve portare a fare qualsiasi cosa per provare a vincere. Io penso che potremo farlo. Ok, Forlì è secondo me la squadra più forte del campionato, meglio anche di Cecina e Piacenza, ma non è imbattibile».

Deve per forza trovare un modo, tattico o motivazionale, per caricare i suoi granchi, Mladenov, che probabilmente affiderà Vico a uno dei suoi ragazzotti (Chiera o Perez) accoppiando Pignatti con Tassinari e cercando di attaccare in post Rotondo con Foiera e Crotta. «L’Unieuro ha tutto - descrive così l’avversaria - c’è fisicità, c’è atletismo, c’è pericolosità dal perimetro, c’è tanta corsa, c’è esperienza. Bisognerà essere perfetti in difesa, soprattutto bilanciati perché a loro piace tantissimo la transizione ed evitare di concedere rimbalzi offensivi che a Oleggio ci hanno condizionato molto. La zona? Vediamo, è un’opzione, ma come ho detto spesso non è il tipo di difesa che conta quanto il “come” difendi».

Classifica alla mano, la zona play-off in questo momento è un confine sopra il quale la Nts siede in maniera un po’ ballerina. C’è il rischio di perdere terreno ulteriore e che questo condizioni la squadra? «No, perché ogni partita è diversa dalle altre e quando si gioca non si pensa alla classifica, ma al singolo match - osserva Mladenov -. Ribadisco che probabilmente ci mancano 2 o 4 punti, che cercheremo di conquistarli nei due derby e che in ogni caso questa squadra alla fine riuscirà a entrare nei play-off, secondo me. Detto questo, oggi tutto è a parte: vorrei vedere dieci leoni pronti a prendere gli applausi dei loro tifosi qualsiasi cosa succeda».

Per farlo, servirà un partitone. (v.f.)

QUI FORLI'.

Per il tecnico biancorosso quella del Flaminio è una partita da vincere assolutamente perché ogni punto in più o in meno in classifica per le prospettive forlivesi, può fare enorme differenza. «Ed è così - conferma - sono troppo concentrato su questa sfida importantissima e ne ho viste così tante in carriera, ormai, che tutto il contorno del derby adesso non mi interessa. Penso solo che da oggi al 23 gennaio, ogni santo fine settimana dovremo affrontare gare impegnative. Un cammino che va da Rimini a Piacenza (in casa, ndr.) e che, a parte il match con Torino, presenta sempre ostacoli e insidie. E' una fase cruciale della stagione».
Al punto di pensare sin d'ora a rafforzare il gruppo sul mercato? «No - taglia corto il tecnico - spero di non averne bisogno e comunque le riflessioni le faremo solo a fine gennaio, intervenendo semmai dopo».
Virus da derby. E allora occhi solo sui Crabs sperando di poterli affrontare nelle migliori condizioni. Quelle che in settimana non ci sono state. «Abbiamo passato giorni complicati a causa del virus intestinale che ha fatto il giro dello spogliatoio colpendo Pignatti, che però è recuperato, e da ultimo Pederzini. Spero non tocchi qualcun altro all'ultimo momento».
Sì, perché di febbre da derby ce n'è già abbastanza. «I tifosi e chiunque pensi che sarà una passeggiata solo perché Rimini ha perso a Oleggio si guardino la partita e capiranno che Oleggio non è quella che è venuta a giocare al Pala Galassi e che Rimini è molto più forte di quanto non si voglia credere. Mladenov ha giocatori che non solo hanno qualità, ma anche un'anima per sfide come questa. Sarà un match molto duro, l'etichetta di squadra nettamente superiore la rifiuto».
Gli Oscar di Garelli. Il tecnico-manager dell'Unieuro lo dice perché deve tenere sulle corde i suoi? Certo, ed è doveroso, ma pure perché conosce gli avversari.
«E' vero ed è giusto che il derby dipende da noi, perché l'ho preparato tatticamente al fine di dare ai miei ragazzi tutti gli strumenti per vincerlo e perché in campo dobbiamo pensare a fare bene ciò che abbiamo studiato e sappiamo fare, però so quanto valgono i giocatori di Rimini. Panzini e Tassinari li ho allenati, Foiera e Romano in passato mi hanno dato dei dispiaceri e di Chiera sono sportivamente innamorato. Tirano tutti bene da tre e usano difese molto tattiche: insomma, serve una Forlì intensa e lucida. Sempre».
Enrico Pasini

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