Fantastico Sabbioni, è bronzo nei 200 dorso

Rimini

NETANYA. Non si sa se sia un passaggio di consegne tra il romagnolo più medagliato di sempre, Fabio Scozzoli, che si ferma al settimo posto nei 50 rana, e il romagnolo di più grande prospettiva, Simone Sabbioni che da ieri entra nel club degli atleti di casa nostra che sono saliti sul podio di una grande manifestazione internazionale. La speranza è che non lo sia perché Scozzoli ha tutte le potenzialità per tornare fra i grandi ma di sicuro Simone Sabbioni, riccionese, prodotto della Comunale, tra i grandi da ieri c’è. Bronzo, nei 200 dorso, con il record italiano migliorato (anzi, sbriciolato) per due volte, al mattino e al pomeriggio, nella gara che meno ama. Insomma ci sono tutte le condizioni perché questo possa diventare l’Europeo di Sabbioni, quarto romagnolo a salire su un podio europeo e bravo a colmare il gap nei confronti di Polieri, Bianchi e Scozzoli.

Una gara fantastica, quella di Sabbioni che già in batteria aveva mostrato ottime cose centrando la finale con 1’51”21 che già era il nuovo record italiano (migliorato quello fatto segnare nella sua Riccione da Lestingi nel 2009 col costume gommato). Partenza lanciata del riccionese, secondo in 25”26 nei primi 50 alle spalle del polacco Kawecki. Sabbioni si è reso ben presto conto che non poteva competere con il polacco ma non ha tirato i remi in barca, ha continuato a pigiare sull’acceleratore ed è passato terzo (alle spalle anche dell’israeliano Toumarkin, poi argento) ai 100 (53”48) e ai 150 (1’21”94), chiudendo molto forte con un 1’50”75 che è il nuovo record italiano (primo crono di un azzurro sotto gli 1’51”.

«E’ stato molto faticoso ma bellissimo - ha commentato Sabbioni a fine gara - questa non era la mia specialità però mi sa che ora lo è diventata perché se riesco a mettere a posto l’arrivo che non sempre mi riesce al meglio posso davvero fare bene anche nei 200. Ho lavorato molto bene con il mio staff in preparazione di questo appuntamento e ora mi aspettano altre due gare più probabilmente la staffetta, dove posso raccogliere ancora qualcosa. Lo spero vivamente perché salire sul podio è stata una grande emozione. Come faccio ad avere sempre il sorriso? Il mio motto è che bisogna andare forte senza farsi paranoie. Il mio punto di riferimento è l’australiano Mitchell Larkin, un fenomeno. Il futuro? Mi piace sfidare me stesso. Vediamo dove posso arrivare».

Per un Sabbioni che ride c’è un Fabio Scozzoli che non può fare altrettanto. Nei 50 paga probabilmente le tre gare nello stesso giorno e in finale chiude settimo, con 26”46 quando per tornare a salire su un podio europeo sarebbero bastati 6 centesimi in meno del crono fatto segnare in semifinale. E’ ancora lontano dallo Scozzoli sfavillante che vinceva tutto in Europa. In mattinata ottiene il sesto crono con 26”64, in semifinale dà il meglio di sé vincendo la sua batteria con 26”41, poi in finale partenza e subacquea non bastano e la fase nuotata è ancora poco efficace. Risultato 26”46 e passo indietro ma la corsa alla medaglia nei 100 non è compromessa. Si gareggia in due giorni ed è la gara che sente sua anche se la fase nuotata lì incide di più.

Alessia Polieri prende confidenza con la vasca di Netanya gareggiando nelle batterie dei 400 misti, quella che ormai non è più la sua gara. Si fa staccare ben presto dalle avversarie che lottano per un posto in finale e chiude 16ª, terza delle azzurre con 3’40”07 che è comunque il suo personal best stagionale e che lascia ben sperare per i 200 farfalla.

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