Il Cesena batte il Genoa ma perde Improta

Rimini

CESENA. Un’amichevole che dice tanto è merce rara. E’ estate, è calcio ancora di gomma, spesso ingannevole. Però il talento o c’è o non c’è e questo Cesena di Drago ne ha tanti, di talenti. Uno di questi talenti, però, rovina la serata con il suo infortunio. Che Riccardo Improta fosse un attaccante esterno di grande valore lo aveva già dimostrato in passato e lo aveva fatto capire ai suoi nuovi tifosi nei primi 25 minuti. Poi, su una verticalizzazione di Molina a far passare la palla oltre la testa di Laxalt, Improta va a stoppare: la palla gli si inchioda sotto la scarpa, il ginocchio sinistro si gira in modo innaturale. La rotula esce dai legamenti: gliela rimettono a bordo campo, prima di portarlo al Bufalini. Se il legamento crociato ha retto, potrebbe rientrare prima della fine dell’andata. Altrimenti, dovrà restare fermo almeno 6 mesi. Qualcosa in più si saprà tra 2-3 giorni.

Il 10 a Sensi. Se non è un’investitura, poco ci manca: prima uscita all’Orogel Stadium e maglia numero 10 sulle spalle per Stefano Sensi, al centro dei pensieri di Drago ma soprattutto già al centro del Cesena. Subito tre o quattro tocchi preziosi, poi all’8’, la magia da calciatore di qualità superiore: un delicatissimo lob in controbalzo di esterno destro a premiare la percussione vincente di Cascione. Un Cascione schierato mezzala sinistra. I due possono coesistere. Altroché. Ma occorre che il Cesena giochi sempre con questo ritmo, questa compattezza, questa qualità. Sensi dipinge, centra una traversa su punizione, ridicolizza Perotti, provato trequartista da Gasperini nella serata meno adatta. Sensi gli ruba palla, lo irride più volte in dribbing. Tempo mezz’ora e Cesena è già ai piedi di questo piccoletto che il calcio dentro lo aveva già a 14 anni, quando era capitano del Rimini Giovanissimi.

Rosseti 9 vero. Poi, tra i talenti purissimi, c’è Rosseti. Un centravanti che se il Cesena lo avesse avuto anno scorso... Ha una gamba che trita tutto: campo e avversari. Attacca la profondità come pochi, viene incontro, rincorre e picchia. E poi segna. Il 2-0, con una fucilata dal basso all’alto.

Che bel Cesena. Per un’ora, fino al 2-0 e ai cambi che stravolgono le squadre, è partita vera. Ed è un Cesena che fa sognare. Perché la squadra è costruita con giudizio, ha coraggio e voglia di attaccare. Ha l’energia dei giovani, la serenità degli anziani (Agliardi e Capelli dietro, Cascione e Kone a centrocampo). Ha il motore da formula 1 di Ragusa, la volontà di spingere e di difendere di Molina e Mazzotta e anche la freddezza di Caldara, che magari se attaccato alle spalle può tremare, ma che dà l’impressione di avere il senso della posizione dei difensori veri. Poi si vedrà, ma questa squadra corre e piace già tantissimo.

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