Giro d'Italia, Boem spezza un doppio sogno

Rimini

FORLÌ. Diamo un nome di un corridore a ogni sentimento. Gioia: Nicola Boem. Rabbia: Richie Porte. Lacrime: Alessandro Malaguti. Stizza: Alan Marangoni. Un giochino facile facile per raccontare, in estrema sintesi, la prima giornata romagnola del Giro d’Italia. E saremo pure di parte, ma è stata una delle frazioni più belle di questa edizione. Soprattutto perchè ha stravolto i pronostici della vigilia. Soprattutto perchè nella lunga fuga c’erano due romagnoli.

Quando Malaguti da Forlì e Marangoni da Cotignola sono partiti assieme a Boem, Busato e Gatto, dopo appena 7 chilometri dal via ufficiale, si è capito subito che non sarebbe stata la classica “scampagnata” per salutare amici e parenti sulle strade di casa. La tappa i due romagnoli la conoscevano bene, sapevano che non avrebbero avuto chance se la soluzione fosse stata affidata allo sprint. E così l’hanno presa da lontano, ma da lontano davvero.

Sono andati avanti di comune accordo: vantaggio di 4 minuti, il gruppo a sonnecchiare prima di un’iniziativa dell’Ag2R che abbassa il ritardo del gruppo a 2’10”. Ma succede che i cinque davanti hanno un sussulto, quelli dietro la prendono troppo alla leggera, fanno male i conti e il distacco comincia a rialzarsi. Sull’unico Gpm della giornata, una salitella per intenderci, svetta Malaguti, sui due traguardi volanti di Santarcangelo e Cesena c’è la ruota di Gatto davanti a tutti. Davanti si viaggia a 55 orari, sul traguardo si comincia a sperare, anche perchè a 25 km dall’arrivo sono ancora 150 i secondi da poter gestire.

Il favorito tra i cinque è Gatto. Ma non dire Gatto se non ce l’hai nel sacco: a 13 km dalla meta maledetta foratura e i fuggitivi restano quattro. Il gruppo non ce la fa più nonostante stia tirando a bestia. E dopo una buona dose di iella, Contador ha un colpo di fortuna: Richie Porte fora e con l’andatura pazzesca del gruppo alla fine perderà 47 secondi che diventano 2’47” per decisione della giuria (si è fatto passare la ruota da un corridore di un’altra squadra: vietato).

La corsa vera è davanti: a -2 km scatta Marangoni, prende un vantaggio minimo ma forse sembra farcela. No, non è così. Malaguti, che avrebbe venduto l’anima al diavolo per vincere a casa sua (come fece Totò, in arte il professor Casamandrei, nel film “Totò al Giro d’Italia”) alla fine ha solo lacrime, ahinoi, non più energie. Ne ha tante invece Boem che sfreccia davanti a Busato, Malaguti e Marangoni. Il volatone del gruppo è di Nizzolo, con Belletti che arriva 15° facendo mezzo sprint per un problema alla catena.

Oggi alle 13 si lascia Forlì per una tappa relativamente breve (153 km) ma parecchio insidiosa. Nell’arco di 55 km si scalano Trebbio (Gpm), Casale, La Valletta, Albano e Prugno (Gpm) poi il circuito finale (si sale sui Tre Monti) da ripetere 3 volte e finale all’autodromo di Imola.

 

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