Chef per un giorno i piloti della Superbike

Rimini

IMOLA. È cominciato ieri a suon di garganelli e finirà sotto la bandiera a scacchi il lungo fine settimana delle Superbike. Per la tredicesima volta Imola è tappa del campionato mondiale dei bolidi su due ruote, un appuntamento sempre molto atteso dagli appassionati e dalla città in genere. Le premesse per una tre giorni positiva ci sono tutte. Da un lato le prevendite andate bene - tanto che ci si aspetta un’affluenza di 6-7.000 presenze in più rispetto all’anno scorso - dall’altro le prenotazioni alberghiere in linea con il 2014, un dato che la Stai e gli operatori giudicano positivamente in quello che turisticamente parlando è il mese più azzeccato dell’anno. Il tutto è condito da questo anticipo d’estate che, se continua così, invoglierà di certo gli spettatori indecisi a mettersi in marcia verso l’autodromo. Ieri intanto alcuni piloti si sono già dati battaglia, ma questa volta la pista non c’entra. Lo scenario del “media event” è di quelli assolutamente inediti, i musei di San Domenico, location scelta per coniugare in un solo colpo le principali caratteristiche di Imola come arte, cultura, enogastronomia e autodromo.

Un po’ tra la Prova del cuoco e Masterchef, ieri mattina Jonathan Rea (Kawasaki), Davide Giugliano (Ducati), Sylvain Guintoli (Honda), Jordi Torres (Aprilia), Michel Fabrizio (Ducati), Ayrton Badovini (Bmw), Leon Camier (Mv Agusta) si sono sfidati in un’insolita gara di cucina, sotto gli occhi esperti dello chef del Ristorante San Domenico Valentino Marcattilii, andata in scena all’interno dei vicini musei cittadini.

Casco alla mano, ma bardati di grembiule e cappello da chef, i sette centauri si sono avvicinati a Marcattilii che ha loro raccontato l’origine del garganello, mostrato gli attrezzi del mestiere (tra cui il famoso “pettine” che in realtà serviva per fare la tela) e spiegato come prepararli.

Una prova decisamente fuori dal normale per chi è abituato a fare pieghe con la moto e non con la pasta. Arrabbiata, castrato, sugo primavera, ragù, in brodo, i condimenti preparati dal Ristorante San Domenico, mentre i tempi di cottura erano a discrezione dei piloti che tutto sommato se la sono cavata bene. Così almeno ha detto a più riprese la giuria, formata dal direttore di Motosprint Stefano Saragoni, l’ingegnere Ducati Ernesto Marinelli, Anna Cappelli di Superbike e il musicista Federico “Capitan Fede” Poggi Pollini, cantante e storico chitarrista di Ligabue.

Per la cronaca la sfida se l’è aggiudicata il ducatista Michel Fabrizio, che ha prevalso su Leon Camier (Mv Agusta) e sul duo Jonathan Rea (Kawasaki) e Davide Giugliano (Ducati), terzi a pari merito.

Archiviato l’antipasto, è proprio il caso di dirlo, del week end di gara, i piloti nel pomeriggio sono stati nuovamente protagonisti, questa volta in un terreno a loro più familiare. Com’è consuetudine nel giorno precedente alle prime prove, in autodromo i centauri hanno incontrato il pubblico della Superbike, firmando centinaia di autografi durante il tradizionale open paddock.

 

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