La nazionale di San Marino interrompe lo sciopero

Rimini

SAN MARINO. Lo sciopero è finito. Una giornata convulsa quella di ieri, in cui il braccio di ferro tra l’Associazione Calciatori, che aveva bloccato la fase di preparazione in vista del match contro la Slovenia, e la Federazione, ha vissuto la sua giornata decisiva. In mattinata c’è stato un incontro tra una delegazione dell’Asc, composta dal presidente Gian Luca Bollini, Andy Selva, Davide Simoncini e William Guerra e il Segretario di Stato allo sport, Teodoro Lonfernini. Andy Selva, ha definito positivamente l’incontro. «Il Segretario ha visto i nostri progetti, in particolare quelli sul settore di base e li ha definiti molto importanti. Ha constatato che non abbiamo fatto richieste economiche». Con relativa risposta conciliante di Crescentini «Siamo disposti a dialogare con l’associazione calciatori dopo la partita contro la Slovenia, da parte nostra credo sia un’apertura». Quindi, dialogo sì, ma non sotto ricatto. Anche perché in Slovenia si sarebbe andati comunque. «Certo, e mi auguro che ci sia buonsenso, volontà di costruire, non di distruggere».

Lunedì, al termine dell’incontro con i giocatori e lo staff della nazionale, la Federcalcio aveva emesso un secco comunicato. «La Fsgc, qualora venga revocato lo sciopero dei calciatori della Nazionale, si renderà disponibile al rientro dalla doppia trasferta, al confronto con l’Associazione Calciatori Sammarinese. Se le condizioni di sciopero dovessero persistere, la Fsgc riterrà responsabile la Asc della parziale partecipazione dei calciatori della Nazionale alla partita ufficiale». Ieri sera poi ecco il comunicato congiunto che ha finalmento aperto ad un accordo: «La Fsgc e l’Asc, all’indomani delle note vicende legate anche ad incomprensioni relative a fatti economici, nello spirito di ricercare sempre e comunque le soluzioni migliori per lo sviluppo del calcio, hanno convenuto di dare vita ad incontri congiunti a partire dal 13 aprile 2015».

Anche il Ct Manzaroli aveva fatto appello alla sensibilità dei giocatori. «Io credo ancora nelle persone, penso che alla fine l’amore per la nazionale prevarrà anche sulle giuste rivendicazioni che l’associazione calciatori ritiene debbano essere ascoltate. Io contesto il mezzo, la nazionale, che è sacra e deve essere rispettata».

 

 

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