La Nazionale di calcio del San Marino è in sciopero

SAN MARINO. La notizia è clamorosa come è clamoroso ogni sciopero di una nazionale, anche se di un piccolo paese come San Marino. Da venerdì i calciatori della nazionale sammarinese sono entrati ufficialmente in sciopero. I motivi? Vogliono essere ascoltati, vogliono che i loro problemi vengano affrontati dalla Federazione. L’associazione calciatori chiede ai vertici della Federcalcio che gli vengano riconosciuti i propri diritti. Se il dialogo non si aprirà, da domani i nazionali non si presenteranno agli allenamenti in vista della trasferta in Slovenia, valida come qualificazione ai prossimi Europei. «Abbiamo presentato alcuni progetti - afferma Andy Selva, in pratica il portavoce della protesta - ma non siamo mai stati presi in considerazione. Da venerdì siamo in sciopero. Aspettiamo un confronto con la Federazione che non c’è mai stato e se la situazione rimarrà quella attuale, lunedì non ci presenteremo agli allenamenti della nazionale».

Cosa chiedete alla Federazione? «Presentiamo un progetto per la crescita di tutto il movimento ma la Federazione fa ostruzionismo, questa è una dittatura, non una democrazia».

Selva è un fiume in piena: «Vogliamo migliorare il nostro calcio, abbiamo un progetto che vorremmo fosse vagliato dal Consiglio Federale, non solo dal segretario generale, attendiamo una risposta. Da venerdì siamo in sciopero, lunedì e martedì non ci alleneremo, vogliamo far valere i nostri diritti, come succede in tutte le Federazioni del mondo».

Ci può fare qualche esempio pratico su quali temi verte la vostra proposta? «Faccio un esempio goliardico. Non è giusto che un giocatore per fare un’amichevole in Liechtenstein prenda 60 euro, ci debba pagare le tasse e prendere due giorni di ferie. E’ un esempio banale, ma è ciò che accade a noi. E poi possibile che non ci sia, nel settore tecnico, un organo di vigilanza?»

Quindi i problemi ci sono anche sul calcio interno? «Certo, chi vigila se un allenatore ha il patentino oppure no? Non abbiamo un rappresentante dei giocatori nel Consiglio Federale. La Federazione dice che dobbiamo essere eletti dalle società, ma noi non possiamo aspettare un anno affinchè sia approvato un progetto e poi ce lo dobbiamo anche finanziare».

Che atteggiamento terrete con la Federazione? «Noi siamo intenzionati a collaborare, siamo un gruppo di calciatori che mira a migliorare il calcio: se dal calcio sammarinese non è uscito un giocatore negli ultimi 30 anni un motivo ci sarà. Siamo qui per discutere, non per dettare regole. Speriamo in una riunione aperta al dialogo».

 

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