Basket: plebiscito per restare in A2 anche a rischio di lasciare Ravenna

Rimini

 

RAVENNA. Il filo doppio che lega la Piero Manetti al proprio popolo è ancora più stretto. E’ stato un vero plebiscito il sondaggio che il Basket Ravenna ha consegnato domenica ai tifosi circa il futuro della pallacanestro di vertice in città. Sono state ben 691 le schede compilate e consegnate per lo spoglio che è stato ultimato nella giornata di ieri.

I quesiti. Erano tre le risposte che i sostenitori giallorossi sono stati chiamati a dare: restare a Ravenna, al PalaCosta con una squadra in serie C, o mantenere la A2 ma giocando in una città limitrofa; infine se, una volta favorevoli alla seconda opzione, fossero disposti a seguire ancora i giallorossi.

La voce della società. «La prima cosa che emerge dal sondaggio è la partecipazione con la quale il nostro popolo segue noi e le nostre vicende, quasi una votazione bulgara per noi. Vedere così tanti tifosi impegnati per esprimere il proprio parere e, in alcuni casi, anche il proprio sostegno, è stato toccante, nella consapevolezza che l’umore e i sentimenti dei nostri sostenitori sono fondamentali per le scelte che saremo chiamati a fare. Questo sondaggio è stato un primo passo per affrontare uno dei nostri due problemi principali. I risultati parlano chiaro. L’83% dei nostri tifosi non vuole l’autoretrocessione in C e di questi l’87% ci seguirebbe anche in caso di spostamento in un’altra città, sono dati che non possono assolutamente essere trascurati ma profondamente rispettati. Ci tengo a confermare che il nostro desiderio più grande è quello di poter confermare la serie A2, giocando a Ravenna; al tempo stesso non dimentico che gli scenari che si stanno delineando ci porteranno a decisioni importanti. Siamo l’unica società di serie A in zona, di sirene ce ne sono tante, così come di palazzetti vuoti che vorrebbero ospitarci (in caso di “trasloco” forzato Forlì sembrerebbe essere in prima linea, a seguire Cervia e Cesena, ndr) ma, ripeto, la nostra prima scelta è Ravenna e in questo l’amministrazione comunale ci è vicina e speriamo faccia fino in fondo il proprio dovere. Se va tutto bene siamo i più contenti del mondo e per questo motivo non abbiamo ancora preso nessun contatto».

L’aspetto economico. L’altro lato della medaglia, quello economico, è ancora più delicato. «La battaglia più grande riguarderà lo sponsor - prosegue Vianello -, senza il quale nessun discorso relativo al palasport appare praticabile. Dobbiamo aspettare prima di tutto quello che deciderà il gruppo Acmar, a cui abbiamo chiesto un incontro. Loro sono al nostro fianco da 14 anni, sono amici e ha permesso lo sviluppo del basket a Ravenna, senza di loro non avremmo potuto fare niente. Per questo siamo sicuri che non ci faranno mancare il loro appoggio anche in un periodo di crisi dell’edilizia come quello attuale. Le nostre sono preoccupazioni anticipate, non abbiamo infatti preso altri contatti. Ma una cosa è certa, il basket non è più un “giochino”, sta diventando una cosa grande, come anche il successo del sondaggio, ma occorrono investimenti importanti. Nelle ultime stagioni siamo spesso partiti alla garibaldina, con il pensiero che in un modo o nell’altro saremmo arrivati in fondo. Per la prossima stagione non possiamo più permetterci di partire in questo modo e per questo ci siamo dati quella scadenza, sia per il palazzetto che per lo sponsor principale».

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