Esposto in tribunale dell'authority sanitaria

Rimini

SAN MARINO. L’authority sanitaria dà uno scossone al tribunale: esposto sul caso Stamina. «C’è da scoprire se quelle iniezioni di staminali venissero fatte o meno a San Marino: all’epoca erano illegali e lo sarebbero tutt’ora», denuncia l’ufficio di controllo delle strutture sanitarie. Il caso si “riapre” dopo che il tribunale di San Marino aveva evaso, ormai due anni fa, la rogatoria con la quale la Procura di Torino aveva chiesto di appurare le attività di Davide Vannoni, patron del metodo Stamina, a San Marino: sia alla clinica Imb, Istituto medicina del benessere, sia alla Re-wind, il laboratorio che Vannoni ha tentato di aprire sul Titano. Diverse le gocce che hanno fatto traboccare il vaso dell’Authority sanitaria guidata da Andrea Gualtieri, proprio ora che Torino sta chiudendo l’indagine per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla somministrazione illecita di medicinali: la denuncia riportata sulla stampa italiana del paziente numero 52 di Vannoni, quel Carmine Vona, che a San Marino rischiò di lasciarci le penne, dopo «un’iniezione di staminali» disse lui; e le dichiarazioni di Vannoni a Matrix, proprio domenica sera: lo psicologo si è vantato di avere un laboratorio a San Marino, di fare «infusioni» sul Titano, e di operare in una struttura medica (proprio l’Imb) «il cui direttore sanitario era il primario del pronto soccorso», ha detto. Il riferimento è a Pietro Bugli che, però, primario del Pronto soccorso non è mai stato, ma fu lui stesso a portare Vannoni sul Titano. Ma il nodo è un altro: le staminali venivano iniettate sì o no, a San Marino? E la Re-wind, nonostante non fosse stata autorizzata dall’ufficio di Gualtieri, operava lo stesso da biobanca? Sono queste, in sostanza, le domande che condiscono le tre pagine di esposto che l’Authority presenterà oggi alla magistratura sammarinese: Gualtieri ripercorre il caso Vona, rende la fotografia di cosa si possa e non si possa fare oggi a San Marino con le staminali e precisa la posizione che si tenne, a cavallo tra il 2009 e il 2010 sul caso Imb. L’Imb, per questo, vene anche sospesa (anche se l’Authority ne chiese la chiusura): il suo rappresentante legale, Clelio Galassi, dalla Procura di Torino venne anche indagato e poi prosciolto. Sentito, nei giorni scorsi, dal Corriere Romagna, ha precisato come la clinica, ai medici di Vannoni, avesse solo concesso l’affitto della sala operatoria senza sapere cosa accadesse lì dentro. Ma può bastare per sollevare l’Imb da ogni responsabilità? Per non parlare delle ricevute: i pagamenti per le cure “innovative” passavano sia dalla Re-wind che dall’Imb? E’ lì che anche le toghe sammarinesi dovranno soffermarsi, a partire dalla ricevuta che, compilata all’Imb, riferiva di una mera “rachicentesi” proprio a quel Vona che di lì a poco sarebbe finito in pronto soccorso in pieno collasso: 1.200 euro per un prelievo di liquor. Ma fu l’accompagnatore di Vona a dire ai medici di Cailungo che al paziente erano state inoculate (e non prelevate) cellule staminali, ma l’uomo sulla vicenda non presentò denuncia. Il caso non approdò mai in tribunale. Ma ci arriverà oggi.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui