Casa di riposo, anziani insultati e offesi

Rimini

SAN MARINO. Pazienti ultraottantenni, non autosufficenti vittime di insulti, offese e brutte parole da parte di chi invece doveva assisterli con pazienza e dedizione. La direzione dell’Iss ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un operatore Ota impiegato nella casa di riposo e segnalato oggi al Tribunale l’accaduto per avviare il procedimento penale, tramite la consegna di una relazione, perchè «si prefiggono reati secondo la legge n.87 del 2008, quella della violenza di genere, in cui rientrano anche le violenze ai danni delle persone affidate alle cure di altri».

Bianca Caruso, direttrice generale dell’Istituto per la sicurezza sociale, affiancata dal direttore sanitario Dario Manzaroli, dal segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, e da Cinzia Cesarini, dirigente del Servizio anziani, porta alla luce, convocando i cronisti, la vicenda incresciosa dei maltrattamenti avvenuti all’interno della casa per anziani dell’Iss a danno di alcuni ospiti da parte di un operatore Ota. Caruso non vuole specificare il sesso della persona coinvolta, anche se la maggior parte degli addetti all’assistenza nella casa di cura, in totale una settantina, spiega, sono donne.

Il dipendente Iss oggetto di procedimento disciplinare assumeva «atteggiamenti perpetuati contro alcuni ospiti non idonei al proprio ruolo», secondo Caruso.

La violenza rivolta verso gli anziani era di tipo psicologico-verbale: «E’ già maltrattamento - puntualizza il direttore Iss - non pensate siano state prese misure eccessive».

Il fenomeno della violenza sugli anziani è in crescita, spiega Caruso che cita Abuel, uno studio di sorveglianza compiuto su 5 mila soggetti in 7 Paesi europei: tra questi l’Italia ha la percentuale più bassa di maltrattamenti, il 13% contro un 30% raggiunto in nord Europa, ma «la discriminazione della terza età esiste - sottolinea - e fenomeni di degenerazioni non vanno nascosti ma portati alla luce del sole».

La dirigente esprime quindi apprezzamento nei confronti di due collaboratori e di Cesarini «perchè sono intervenuti subito a circoscrivere e fermare il fenomeno». Quindi le rassicurazioni per i familiari: «Non ci si deve preoccupare, i provvedimenti sono stati presi immediatamente, la struttura ha standard qualitativi elevati di cui andare fieri».

A confermarlo la direttrice del Servizio anziani: «Appena mi è giunta notizia di un Ota che si è comportato in modo anomalo - spiega - prontamente ho deciso di collocarlo in modo che fosse più vigilato, oltre a darne comunicazione al direttore generale».

Quindi il direttore sanitario e il segretario di Stato rivendicano come positivo il non aver nascosto la vicenda da parte dell’Iss. «La scelta di intervenire d’urgenza e rendere pubblico il fatto è importante - sottolinea Manzaroli - l’opinione pubblica puoò avere elementi di certezza sulla serietà' in cui si opera». Per Mussoni la trasparenza è un dovere morale: «E’' la prima volta che accadono questi fenomeni nella storia della casa di riposo - conclude - e li vogliamo contrastare con forza».

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